Attacco dei sindacati sulla possibilità di esternalizzare definitivamente il servizio cucina dell'ospedale San Luigi, dopo la chiusura imposta dai Nas per la presenza di topi ed escrementi. "La qualità e quantità dei pasti sono decadute. Le razioni sono scarsissime e al limite della decenza, con vibranti proteste dei lavoratori e forti lamentele dei pazienti - dicono Cgil, Cisl, Uil e Nursing Up -, Ad oggi non abbiamo risposte concrete sui lavori da fare e quale sia la determinazione dei costi, ma il tempo scorre abbiamo chiesto alla direzione generale di dare la priorità a questa situazione perché non c'è tempo da perdere. Sono in ballo decine di posti lavoro ed un servizio di qualità che è un fiore all'occhiello della sanità pubblica. Oggi non accettiamo che si utilizzi l'intervento dei Nas come scusa per ipotizzare l'esternalizzazione definitiva del servizio. Non capiamo neanche l'utilità dell'istituzione di una commissione d'inchiesta interna, che sta andando ad accertare cose che già conoscevano tutti. Bisogna smetterla di affidare i servizi pubblici a terzi, utilizzando la retorica dei costi".
Replicano dal San Luigi, in accordo con la Regione e l'assessorato alla Sanità: "Ribadiamo con forza che l’intenzione della Direzione del San Luigi, come già condiviso con i sindacati in più occasioni, è mantenere il servizio interno di cucina, se l’investimento necessario per garantire la sicurezza di degenti e pazienti risulterà economicamente sostenibile dall’analisi in corso su tutti i diversi aspetti del problema. E questo per la forte responsabilità che sentiamo verso i cittadini nell’amministrare le risorse dell’Azienda ospedaliera, la cui missione è prima di tutto sanitaria. Certamente senza dimenticare altri fattori che con la salute sono direttamente legati, a cominciare dall’alimentazione e della qualità dei pasti che garantiamo. Qualità che riteniamo conservata dal fatto che, pur nell’emergenza, la soluzione immediatamente organizzata in occasione della chiusura del locale cucina da parte dei Nas, è stata individuare altri locali idonei a due chilometri di distanza dall’ospedale, dove gli stessi cuochi del servizio interno con le stesse derrate già acquistate dall’Azienda dai fornitori storici, stanno continuando a preparare i pasti, servizio che non è mai stato sospeso né per i pazienti né per i dipendenti".