La guardia di finanza di Orbassano, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, ha confiscato immobili, società, conti correnti, veicoli e altri beni di lusso per oltre due milioni di euro, tutti riconducibili a un noto imprenditore di Pinerolo. Dalle indagini, iniziate nel 2017, è emerso "un articolato sistema criminoso" consistente nella creazione ad hoc, di quattro diverse società che metodicamente venivano "alleggerite" di asset e utili, il tutto con grave danno per i creditori e per il fisco. Proprio queste sottrazioni di utili hanno consentito agli investigatori del gruppo di Orbassano di contestualizzare le condotte tipiche della bancarotta fraudolenta, oltre che dell'evasione fiscale, per le quali l'imprenditore è stato denunciato.
 
Sono stati confiscati beni riconducibili a quest'ultimo: tra le altre cose, un'abitazione di lusso nel centro cittadino di Pinerolo, diversi locali commerciali in pieno centro, conti correnti, di cui uno all'estero, quote societarie e capitale sociale di due società, di cui una all'estero, un cassetta di sicurezza, 54 autovetture di lusso nonché numerosi orologi di pregio. È stata inoltre disposta, "vista la particolare dedizione del soggetto a reiterare nel tempo le condotte criminose", la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
 
I finanzieri, coordinati dal Procuratore Aggiunto Cesare Parodi, hanno svolto indagini dirette da un lato a evidenziare la pericolosità sociale del soggetto, il quale già da tempo sarebbe stato implicato in diverse attività criminose, e dall'altro ad individuare una sproporzione tra quelle che erano le risorse economiche dell'imprenditore in questione, totalmente sconosciuto al fisco, e quello che era il suo tenore di vita, decisamente al di sopra delle sue possibilità. Su quest’ultimo aspetto si è concentrata l'attenzione dei militari, i quali hanno svolto accertamenti patrimoniali ad ampio raggio, avvalendosi anche degli strumenti normativi del Codice antimafia, su ben 10 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche, tutti riconducibili all'imprenditore in questione.
 
Il quadro emerso, secondo gli accertamenti, ha consentito di ricostruire la formazione del cospicuo patrimonio di cui disponeva l'uomo e la sua cerchia familiare, dimostrando che "non poteva essere altro che il risultato dell'investimento di proventi ottenuti illegalmente considerato che nessuno di loro ha mai dichiarato redditi significativi".