Il  Centro Antidoping (Cad) Alessandro Bertinaria di Orbassano, dove lavorano una trentina di dipendenti, è una delle eccellenze della sanità piemontese ed è ritenuto uno dei migliori laboratori al mondo per quanto riguarda la diagnostica tossicologica. Ogni anno esegue 300 mila analisi e i bilanci sono in pareggio, eppure la prosecuzione dell’attività viene messa in dubbio da alcune delibere poco chiare che potrebbero ridurre l’attività della struttura orbassanese .

Se da un lato il Cad è stato infatti riconosciuto come punto di riferimento regionale, dall’altro alcune recenti disposizioni della Regione hanno individuato nell’ospedale Mauriziano il laboratorio a cui rivolgersi per le indagini tossicologiche per tutta l’area Ovest. In pratica vorrebbe dire che il San Luigi, ad esempio, dovrebbe inviare i campioni a Torino, invece di passarli velocemente a una struttura che dista solo pochi metri. Per risolvere questa – e molte altre - contraddizioni il consigliere regionale Pd Andrea Appiano ha interrogato l’assessore Antonio Saitta: «Già oggi, nonostante le disposizioni indichino il contrario, il Mauriziano non svolge in proprio quel tipo di analisi ma invia le provette a Orbassano. Mi pare quindi che proprio Orbassano sia il miglior candidato come vero centro di riferimento per la tossicologia».

Il vero problema del Centro Antidoping, in realtà, è la cronica mancanza di un indirizzo strategico chiaro e un inquadramento giudirico-amministrativo che non favorisce un ingresso a pieno titolo nel circuito della sanità pubblica, anche se il Cad è gestito da un consorzio di enti totalmente pubblici. Già all’indomani delle Olimpiadi del 2006 si era registrata la necessità di ampliare le attività dell’ente e consolidare gli ambiti strategici, ma dopo 11 anni il volume di attività svolte  è inferiore al potenziale effettivo della struttura, all’avanguardia internazionale nel campo della genetica e della tossicologia forense.

Per Appiano la soluzione potrebbe essere semplice: «Concentrare a Orbassano tutta la diagnostica tossicologica di primo e secondo livello oggi svolta in proprio dalle aziende sanitarie». In questo modo si salverebbero i 30 posti di lavoro e dalla Regione hanno fatto sapere che è in fase di valutazione la costituzione di uno specifico gruppo di studio che dovrà definire la mission strategica futura del Cad e il suo assetto giuridico-amministrativo.