TORINO SUD - Un anziano imprenditore torinese di 94 anni ha visto svanire circa 50mila euro in pochi mesi tra regali costosi, cene e prelievi in contanti. A gestire le sue carte di credito erano le sue badanti, regolarmente assunte dopo la morte della moglie. Ma il processo a loro carico si è concluso con un’assoluzione piena: per la giudice non sono emerse prove di circonvenzione d’incapace.
Le imputate – due sorelle di 24 e 25 anni, la loro madre di 60 e un’amica di 31 – erano accusate di aver approfittato della fragilità dell’uomo, affetto da un lieve disturbo neurocognitivo, per ottenere beni e denaro. L’accusa parlava di spese "eccessive e ingiustificate": tra giugno 2022 e febbraio 2023 sarebbero stati acquistati gioielli, abiti firmati, dispositivi Apple, profumi e persino abbonamenti in palestra.
A far scattare l’inchiesta sono state le figlie dell’uomo, insospettite dai movimenti bancari. Ma durante l’incidente probatorio, l'uomo, imprenditore fondatore di un'importante azienda nella prima cintura sud di Torino, ha difeso con fermezza le sue collaboratrici: «Ho avuto fortuna nella vita e ho voluto aiutare chi ne aveva bisogno». Come sostenuto dalla difesa, insomma, il pensionato non sarebbe stato raggirato, ma avrebbe agito in modo consapevole, spinto dalla generosità e da un consolidato stile di vita.
Quella che sembrava una storia di raggiro si è rivelata invece una vicenda più complessa, dove solitudine, fiducia e gestione del denaro si sono intrecciate fino a travalicare i confini del giudizio penale.