Prima la scelta del neo assessore Michele Pansini di prendere la tessera del Pd, senza che gli alleati lo sapessero. Ora, ecco la forzatura di sei componenti delle liste civiche che fino a ieri sostenevano il sindaco Giampiero Tolardo che passano nel Pd (partito di opposizione), di fatto rendendolo il principale con 10 consiglieri. Con buona pace del resto degli alleati civici, che chiedevano di discutere della riunificazione del Pd a fine mandato, nel 2021. I consiglieri in questione sono Gianluca Crimaldi, Tommaso Rettegno, Roberto Camandona, Claudio Melis, Sergio Ferrio e Roberto Olivieri. I primi cinque erano nella lista creata direttamente dal sindaco. Olivieri in quella di "Rinnovamento Democratico".
Si sa, certe cose in politica "devono" capitare e quindi nel giro di 15 giorni, con gli appigli giusti, si è concretizzato quello che tutti sapevano sarebbe accaduto. Con buona pace degli slogan "La politica è una cosa, l'amministrazione è un'altra" o "A livello amministrativo non cambia nulla". Il Pd ha ottenuto quello che voleva: dopo l'elezione dell'assessore Diego Sarno in consiglio regionale, il piano era riunificare il partito nichelinese subito. Perchè non era pensabile che un partito desse centinaia di voti a un assessore di una maggioranza comunale di cui non fa parte, senza chiedere un tornaconto. Sindaco, segretario Pd locale Antonio Landolfi e lo stesso Sarno hanno sempre tenuto duro sul: "Non c'è nessun accordo". In quindici giorni è stato stravolto tutto: difficile pensare che il progetto non sia nato a tavolino prima. Magari con qualche pressione da parte di altre anime del Pd, sul territorio della cintura sud.