Il volto di Mario Manavella racconta meglio di qualsiasi parola cosa è successo giovedì pomeriggio nel suo cascinale al confine con Vigone. Due rapinatori, ma probabilmente, un terzo complice li aspettava all’esterno, lo hanno picchiato selvaggiamente e poi lo hanno legato e imbavagliato. I lividi intorno agli occhi e il taglio allo zigomo sono impressionanti, ma l’ex antiquario pancalierese se l’è cavata con 30 giorni di prognosi dopo il ricovero al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Chieri.
L’incubo del pensionato pancalierese, 75 anni, è durato quasi un’ora: «Per entrare in casa mi hanno detto che dovevano darmi un pacco, ma era vuoto, era solo una finta. Prima sono saliti sul balcone, poi li ho fatti scendere, ma è stato inutile. Hanno fatto il giro e liberato il cane e alla fine sono comunque riusciti a entrare dentro. A quel punto è cominciata una colluttazione, ma in due imi hanno sopraffatto. Sono stato appena operato, non ho potuto reagire come avrei voluto».
I banditi cercavano soldi: «Qui non c’è denaro. Io prendo 600 euro di pensione, ma loro erano convinti ci fosse una cassaforte. Non so chi possa averglielo detto».
Due banditi sono stati intercettati dai carabinieri della compagnia di Chieri a Moncalieri e nel loro furgone i militari hanno trovato il computer, l’I-Phon, il decoder e la scatola di penne rubate in casa di Manavella. Adesso gli investigatori stanno cercando di capire se davvero un «terzo uomo» facesse parte del commando e se altre persone possano essere coinvolte in questo assalto dai contorni misteriosi.
Mario Manavella, alla fine, la prende con filosofia: «Poteva andare molto peggio. Ma quei due non mi sono sembrati molto esperti. Mi hanno legato con un cavo e un asciugamano. Qualche giorno fa abbiamo trovato la porta della cantina forzata, ma non abbiamo capito che potesse essere un campanello d’allarme. Adesso sono certo che non torneranno più».