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MIRAFIORI - Melfi e Mirafiori: i nuovi lanci di 500 ibrida e Jeep Compass sarebbero il risultato dell'azione sindacale- E' quanto sostenuto oggi, mercoledì 29 ottobre 2025, dal segretario generale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano.

«Se oggi possiamo contare su un recupero dei volumi produttivi di Stellantis per il 2026, con il lancio della 500 ibrida e della Jeep Compass nelle versioni ibrida ed elettrica, è il frutto diretto dell’azione sindacale che abbiamo messo in campo nel corso del 2024» ha detto Uliano, intervenendo al consiglio Generale della Fim Lazio, a Frosinone, davanti a oltre 120 delegati del settore auto. Uliano ha ricordato con fermezza che è stata la Fim-Cisl, con le altre organizzazioni sindacali, attraverso un lavoro costante di pressione ai tavoli con Stellantis e con il Mimit, sostenuto anche da iniziative di sciopero e mobilitazioni, a conseguire il cambiamento di rotta.

«Nel piano Forward 2030, quei modelli erano inizialmente previsti solo in versione elettrica. Siamo stati noi a chiedere e ottenere che venissero introdotte anche le versioni ibride, garantendo così una prospettiva produttiva più solida per Melfi e Mirafiori e una maggiore tutela dell’occupazione» ha spiegato Uliano che ha inoltre sottolineato come anche le prossime produzioni di Melfi, previste per il 2026 - come la DS7 e la Lancia Gamma - avranno motorizzazioni ibride, offrendo nuove e importanti opportunità produttive per lo stabilimento e per tutto l’indotto. «Adesso è indispensabile che Governo e istituzioni europee intervengano per modificare il quadro normativo e dare respiro a una transizione giusta, sostenibile sul piano ambientale, produttivo e sociale - ha puntualizzato il segretario generale Fim-Csl - Servono certezze sia per i produttori che per i consumatori: deve essere chiaro che si potrà continuare a produrre e acquistare motorizzazioni ibride senza il rischio di sanzioni o limitazioni assurde». Il leader della Fim-Cisl concludendo ha precisato che: «ora ci aspettiamo investimenti adeguati, nuovi modelli e una missione chiara per tutti gli stabilimenti italiani, a partire da quelli più esposti come Cassino e Termoli. La transizione deve essere un’opportunità per il lavoro e per l’industria, non un percorso di riduzione e abbandono».