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NICHELINO - Obiettivo fallito. I cinque referendum abrogativi, incentrati sui temi del lavoro e della cittadinanza italiana, non hanno raggiunto il quorum. Domenica 8 e lunedì 9 giugno si è recato alle urne solo il 30,5 per cento degli aventi diritto di voto in Italia. Troppo poco: serviva il 50% più uno.

Sul risultato della consultazione è intervenuto in queste ore il sindaco di Nichelino, Giampiero Tolardo, con una riflessione generale sullo strumento del referendum: «Ha vinto il “sì”, ma non il quorum. Ora cambiamo la legge. Ho sostenuto con convinzione le ragioni del “sì” ai referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, promossi dalla Cgil e dal comitato referendario composto da molte associazioni, Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Alleanza Verdi Sinistra e Partito Democratico. Peccato, abbiamo perso un'occasione importante per portare al centro dell'agenda politica nazionale temi così cruciali per il nostro Paese: la lotta alla precarietà, i diritti e la sicurezza sul lavoro, il tema della cittadinanza».

«I risultati parlano chiaro - continua il primo cittadino nichelinese – Il “sì” ha prevalso, ma il quorum non è stato raggiunto. Un segnale importante, ma anche l’ennesima dimostrazione di quanto sia urgente riformare la legge sui referendum. Se è vero che la politica, a tutti i livelli, si deve interrogare su un'affluenza così scarsa, non è più accettabile che chi sceglie di non partecipare possa di fatto annullare la voce di chi, con senso civico, impegno e partecipazione, sceglie di esprimere il proprio voto. Il referendum è uno strumento di democrazia diretta, non può essere ostaggio dell’astensionismo».