TORINO - Avviata dalla Regione Piemonte la modifica del Piano per la qualità dell’aria, in modo da recepire la norma nazionale che supera lo stop ai veicoli diesel Euro5 che era previsto dal 1 ottobre 2025 e che non entrerà quindi in vigore.
«Come presidenti delle Regioni del bacino padano avevamo sollecitato l’azione del Governo per superare un blocco che avrebbe duramente penalizzato famiglie e imprese, e ringrazio l’esecutivo per aver agito stoppando l’entrata in vigore del divieto di circolazione - ha dichiarato il presidente Alberto Cirio nel corso della presentazione svoltasi nel Grattacielo Piemonte - La norma ora prevede che il divieto si applichi dal 2026 e solo nella città con più di 100.000 abitanti, che in Piemonte sarebbero Torino e Novara, a meno che le Regioni non mettano in campo misure alternative che consentano di raggiungere gli obiettivi di qualità dell’aria superando il blocco dei veicoli. Ed è quello che ha deciso di fare la Regione Piemonte, che avvierà da subito le procedure per la revisione del Piano attraverso un task force formata da tecnici, esperti e rappresentanti istituzionali, con il contributo scientifico di Arpa Piemonte, con l’obiettivo di introdurre misure per la qualità dell’aria che però non ledano il diritto alla mobilità dei cittadini. Oltre alle nuove misure che saranno il frutto del lavoro degli esperti, contribuiranno a tale scopo anche quelle di incentivo all’uso del trasporto pubblico, a partire dalla Tessera dello studente, che coinvolge 107.000 universitari under26 nelle aree urbane e quindi potenzialmente più inquinate».
«Abbiamo avviato un nuovo percorso importante e unico nel panorama italiano ed europeo per mettere in campo tutte le conoscenze tecnologiche e scientifiche a disposizione, con l’obiettivo di trovare nuove soluzioni sempre più efficaci al problema degli inquinanti in aria - ha aggiunge l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati - La nostra Struttura speciale avrà il compito di superare quelle misure che mettono in difficoltà economicamente i nostri cittadini e le piccole e medie imprese con misure alternative altrettanto efficaci per la riduzione degli inquinanti. Insieme agli atenei piemontesi abbiamo già avviato un percorso per fare tutte le sperimentazioni nei laboratori e certificare dei nuovi modelli e tecnologie da impiegare. In particolare, vogliamo diventare i massimi esperti per la produzione e l’uso delle nuove energie e dei biocarburanti ma anche molto altro nei settori della chimica verde, dell’industria, riscaldamento e dell’agricoltura sostenibile».
Sull’argomento ha voluto intervenire anche l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano: «La tutela dell’ambiente è un obiettivo essenziale, ma non può essere perseguita a scapito delle imprese, del lavoro e della crescita economica. Serve una transizione che accompagni il nostro sistema produttivo con misure efficaci e compatibili. È questa la direzione su cui stiamo lavorando: soluzioni concrete per migliorare la qualità dell’aria senza compromettere la competitività delle attività produttive piemontesi».
Per definire le misure alternative, la Regione ha costituito una Struttura speciale composta da Direzione Ambiente, Energia e Territorio, Arpa Piemonte, Politecnico di Torino, Università Studi di Torino e del Piemonte orientale, Città Metropolitana di Torino, Province piemontesi ed esperti da coinvolgere nei lavori, a seconda dei vari ambiti di intervento del Piano. L’obiettivo è ridurre gli inquinanti nell’aria con misure alternative al blocco alla circolazione dei diesel Euro 5: in particolare, si punta a una diminuzione degli ossidi di azoto di almeno 500-700 tonnellate e delle polveri sottili di 40-70 tonnellate, in base alle simulazioni di Arpa Piemonte.
Per raggiungere questi risultati la Regione potenzierà alcune misure già previste dall’attuale Piano per la qualità dell’aria, a partire dall’implementazione dell’uso dei biocarburanti, ovvero combustibili alternativi al diesel classico, che in alcuni casi possono arrivare a tagliare le emissioni fino al 30%, senza modificare i motori esistenti. Una significativa riduzione delle emissioni atmosferiche è già in atto anche grazie alla progressiva diminuzione dell’attività delle centrali turbogas e all’aumento del contributo delle fonti rinnovabili, come il fotovoltaico ed il biogas riconvertito alla produzione di biometano. Con l’intelligenza artificiale, poi, si può migliorare la gestione del traffico e dei flussi semaforici nelle aree urbane per evitare ingorghi e migliorare la qualità dell’aria. Del pacchetto fanno parte anche le misure di incentivo all’uso del trasporto pubblico.