TORINO - Con la fine di agosto, Stellantis torna al centro del dibattito sindacale per l’uso crescente degli ammortizzatori sociali. Domani a Mirafiori si tiene un incontro cruciali sul tema, con il rischio concreto di un ulteriore aumento delle ore di cassa integrazione. I sindacati, in particolare la Fiom Cgil, chiedono con forza che il governo Meloni si assuma le proprie responsabilità e convochi proprietà e amministratore delegato per definire un piano serio di ricerca, sviluppo e produzione in Italia.
Secondo il sindacato negli ultimi anni si è registrato un incremento dei contratti di solidarietà e della cassa integrazione, nonostante Stellantis abbia già annunciato oltre 6.000 esuberi tra il 2024 e il 2025. La situazione negli stabilimenti italiani resta critica: a Termoli la gigafactory non è mai partita, la produzione di motori è in calo, e i nuovi cambi non arriveranno prima del 2026.
Ma il problema è più ampio. La Fiom-Cgil sottolinea la perdita di quote di mercato del gruppo Stellantis in Italia e in Europa, una tendenza che preoccupa e che richiede interventi strutturali. Serve un piano di investimenti dedicato al settore automotive, che non può più essere lasciato alla deriva. La transizione industriale dell’Unione Europea, secondo i sindacati, si sta rivelando inefficace su più fronti: automotive, acciaio e gestione dei dazi.