All’Istituto di Candiolo – IRCCS il 2024 è iniziato nel segno  della ricerca. A breve, infatti, entreranno in funzione 15 nuovi laboratori, che si aggiungeranno ai 39 esistenti. Un balzo in avanti grazie all’Oncolab, il primo lotto di “Cantiere Candiolo”, una struttura di tremila metri quadrati che consente di rendere ancora più proficuo e veloce il dialogo fra ricerca e clinica, attraverso l’integrazione di diverse discipline scientifiche e l’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate per offrire ai pazienti ulteriori possibilità di cura e guarigione.  Ma la ricerca ha bisogno di molte risorse per poter raggiungere nuovi traguardi.

Fondamentali sono perciò i fondi del 5X1000 che consentono, fra l’altro, di attrarre ricercatori da tutto il mondo, compresi i cosiddetti “cervelli di ritorno”, che riconoscono Candiolo un punto di riferimento di rilievo internazionale. Sono cinque i progetti di ricerca scelti, tra quelli finanziati col 5X1000, ai quali è dedicato questo numero: vogliamo raccontare ai nostri sostenitori come vengono investiti questi fondi, perché il gesto di scrivere il codice fiscale  della  Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro non costa nulla, ma vale moltissimo. Vale per il Professor Enzo Medico, che ci parla dello studio sull’oncogenomica, nuovo settore della ricerca oncologica che punta a valorizzare le conoscenze della genomica per aumentare la capacità del sistema immunitario di riconoscere e distruggere le cellule cancerose. Vale per la Professoressa Sabrina Arena, che ci spiega come il suo progetto di ricerca miri a individuare il “tallone d’Achille” dei tumori alla prostata e all’ovaio. Vale per la Dottoressa Luigia Pace, il cui gruppo di ricerca studia come “riattivare” un particolare tipo di linfociti T, le cosiddette “cellule T killer”, in grado di uccidere le cellule tumorali. Vale per il Dottor Francesco Boccalatte, giunto a Candiolo dopo nove anni alla New York University, impegnato in un progetto che indaga su come i cambiamenti del DNA nelle cellule tumorali possano avere un’influenza sulle ricadute e sulla resistenza ai farmaci. Vale, infine, per la Dottoressa Valentina Casalone, che studia quell’interessante branca della nutrizione che prevede l’impiego di sostanze, dette immunonutrienti, in grado di migliorare la risposta immunitaria e lo stato infiammatorio, spesso alterati proprio dalla patologia oncologica