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NICHELINO - Il consigliere comunale di Nichelino, Paolo Arlotti, ha annunciato le dimissioni dal suo ruolo nel parlamentino locale. Era stato eletto con il gruppo Comunisti Nichelino. La decisione di lasciare l’incarico di amministratore comunale è connessa alla vicenda che vede suo figlio, l’atleta Cristian Arlotti, medaglia di bronzo ai campionati mondiali di karate in Giappone nel 2024, accusato di maltrattamenti e lesioni aggravate all’ex compagna.

«Quando la politica dimentica l’etica, smette di essere la mia politica – puntualizza Paolo Arlotti - Ho rassegnato le mie dimissioni da consigliere comunale della Città di Nichelino. È stata una scelta dolorosa. Amo la politica, amo il servizio, amo il confronto. Amo l’idea di poter restituire qualcosa a una comunità che ho sempre sentito mia. Ma c’è un limite che non può essere superato: quel limite è la dignità personale. Al di là delle idee e delle visioni, la dignità deve restare inviolabile. Nelle scorse settimane , mio malgrado, mi sono ritrovato al centro di un attacco violento e strumentale. Una vicenda familiare, dolorosa e personale, è stata usata non per cercare la verità, né per contribuire al bene collettivo, ma per gettare fango».

Di quanto è accaduto al karateka nichelinese se ne è discusso molto anche in assise civica. «Durante l’ultimo consiglio comunale, il consigliere di minoranza Sabino Novaco – probabilmente per interposta persona – ha strumentalizzato questa vicenda, che riguarda mio figlio e che è tuttora oggetto di un procedimento in corso, senza alcuna verità accertata. Lo ha fatto per attaccare, attraverso di me, una parte della maggioranza – aggiunge Paolo Arlotti - Un gesto che ha suscitato lo sdegno di tutte le altre forze di minoranza, che hanno stigmatizzato e condannato l’uso improprio del dolore personale piegato a fini politici meschini. Non solo. La mia foto è finita in prima pagina su La Repubblica, accostata a una vicenda che non mi vede né coinvolto né responsabile, come se fossi io stesso il protagonista di quella storia. Questo modo di fare informazione e politica ha generato un dolore profondo, non solo per me, ma soprattutto per le persone che amo. Ha tentato di mettere in discussione quarant’anni di storia sportiva, ha colpito la mia famiglia, ha scosso la serenità di chi non ha nulla a che fare con giochi di potere. E allora mi chiedo: perché? La risposta è semplice. Perché fa comodo. Perché colpire chi ha un ruolo pubblico è la scorciatoia più facile. Perché usare la sofferenza personale per indebolire una forza politica, una maggioranza, il mio sindaco, il mio assessore, è una strategia vile che ha un solo obiettivo: distruggere anziché costruire».

«Io non voglio essere complice di questo degrado. Non voglio restare in un’arena dove ci si accoltella sul piano personale invece di confrontarsi sul piano politico. Non voglio diventare il bersaglio facile di chi ha esaurito gli argomenti e si rifugia nel colpo basso. Ho scelto di dimettermi non perché mi senta colpevole, ma perché voglio proteggere chi amo. Voglio tutelare quella parte sana della politica che ancora crede nel rispetto, nella giustizia, nella verità. Voglio continuare a servire la mia comunità, ma non al prezzo della mia salute, della mia serenità e della mia famiglia. Chi ha usato questa vicenda per strumentalizzare, per screditare, per fare sciacallaggio politico, oggi forse avrà avuto il mio scalpo. Ma il tempo, come si dice, sarà galantuomo e il Karma farà il suo corso, ne sono certo. E la buona politica – quella che ha fatto crescere questa città – continuerà a camminare a testa alta. Perché i cittadini sanno distinguere. Sanno chi lavora per il bene comune e chi invece usa la politica come arma di distruzione.

«La dignità delle persone dovrebbe sempre venire prima del gioco delle parti – conclude Arlotti - Certo continuerò a credere nella politica vera: quella che ascolta, che si sporca le mani, che costruisce, che unisce, che fa bene. Ora avrò più tempo da dedicare ai miei ragazzi, ai molti progetti presenti e futuri , perché alla fine , quello che conta realmente , è cercare di realizzare i loro sogni. La notte passerà. E tornerà il giorno. Sempre, con dignità».