NICHELINO - La cancellazione del Sonic Park di Stupinigi, in programma a inizio luglio, dopo la mancata autorizzazione ambientale da parte dell’Ente Parco ha avuto anche un clamoroso effetto collaterale: lo stop al progetto dei «Cervi Sonici». Si tratta di un importante iniziativa che permetteva ai giovani, tra i 18 e i 29 anni, di svolgere, retribuiti, attività di accoglienza e supporto al pubblico del festival e di vivere così un’esperienza professionale e lavorativa unica a contatto diretto con i più grandi artisti della scena internazionale.
Con il Sonic Park messo in naftalina, anche i «Cervi Sonici» sono costretti a fermarsi. «Non solo una ferita culturale, non solo la cancellazione di concerti, ma lo sfregio a un progetto sociale e lavorativo che avevo immaginato, ideato e costruito con cura, quello dei Cervi Sonici – ha commentato sui social l’assessore alle politiche giovanili di Nichelino, Fiodor Verzola - Un progetto unico in Italia, che aveva finalmente superato la logica del lavoro gratuito mascherato da volontariato nei grandi festival. Un progetto che aveva permesso negli anni a 50 ragazze e ragazzi di Nichelino, tra i 18 e i 29 anni, di essere retribuiti per un lavoro vero, formativo, dignitoso, all’interno di un evento internazionale. Un modello che, per quanto ne sappia, non esiste in nessun altro festival internazionale. E che dimostra cosa può fare un assessorato che crede nei giovani non a parole ma coi fatti».
«Quando la burocrazia colpisce alla cieca, le sue conseguenze non si limitano a ciò che si vede. La sua matita rossa ha cancellato opportunità, percorsi, speranze. E ha inflitto un colpo durissimo a chi, come me, prova a trasformare le politiche giovanili in una leva concreta per l’emancipazione – conclude Fiodor Verzola - Ma non finisce qui. Perché finché avrò la possibilità di farlo, lavorerò affinché il progetto dei Cervi Sonici ritorni. Affinché diventi di nuovo un perno delle nostre politiche giovanili. Affinché nessuno possa più dire che mancano progetti e opportunità, quando sono proprio le istituzioni a farli naufragare. Perché credere nei giovani significa anche difendere ciò che si è costruito per loro. E io lo farò». (foto tratta dalla pagina Facebook di Fiodor Verzola)