NICHELINO - Niente più caccia ai cinghiali nel Boschetto di Nichelino. Lo stop all’attività venatoria è stato deciso in questi giorni dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco, Giampiero Tolardo, dopo le recenti segnalazioni di residenti che hanno avvistato alcuni ungulati nell’area verde cittadina.
La memoria è andata subito al gennaio scorso, quando una battuta di caccia autorizzata, ma forse poco pubblicizzata, aveva creato forte allarme tra i frequentatori del parco urbano: i colpi d’arma da fuoco avevano spaventato molte persone, sollevando polemiche e proteste, anche politiche. Quell’intervento, che si era concluso con l’abbattimento di 15 esemplari, era stato effettuato da cacciatori regolarmente incaricati dopo una richiesta di sopralluogo da parte del Comune. Il nuovo piano di contenimento, messo a punto dal Comune in collaborazione con Città Metropolitana, punta a misure «non selettive». Diverse le iniziative previste. Si va dalla pulizia del sottobosco e delle aree pic-nic alla sensibilizzazione dei cittadini a non lasciare avanzi dopo le grigliate. E’ inoltre prevista la sostituzione dei vecchi cassonetti con modelli anti-intrusione e l’installazione di cannoncini, che sparano a salve per scoraggiare la presenza degli animali nelle zone più frequentate. Inoltre, sarà realizzata una barriera metallica nella parte nord del fiume Sangone, per evitare che gli ungulati escano dal parco e si avvicinino alla strada.
«Non c’è solo l’abbattimento per interagire con il selvatico – commenta l’assessore Fiodor Verzola - prima di arrivare a quel punto si possono attuare delle scelte alternative. Trovare qualche cinghiale nel Boschetto non è affatto una cosa anomala. Ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Perché il Boschetto non è un parco urbano, ma una vera area boschiva situata lungo il fiume Sangone, che nasce dalle Alpi e si estende fino al Po. Anomalo sarebbe trovarli nel parco di via Trento o in altri giardini urbani. La loro presenza, però, è favorita anche dai comportamenti umani. L’abbandono di immondizia, il cibo lasciato nei pressi delle aree picnic, una gestione superficiale degli spazi pubblici. In ogni caso, in questi mesi non siamo stati fermi. Abbiamo monitorato i loro spostamenti, dal tratto nord del bosco fino alla zona di via Santià. Si tratta di un piccolo branco, quattro o cinque esemplari, che si è progressivamente spostato verso valle lungo l’asse del Sangone. Non hanno mai determinato un pericolo, né una situazione di emergenza reale. Eppure in molti ci hanno chiesto di abbatterli. Abbiamo predisposto interventi non cruenti per limitare la loro presenza. Ma nessuna misura funzionerà se non si passa a una nuova cultura del rispetto, della responsabilità, della convivenza e, soprattutto, dell’aiuto reciproco all’interno della nostra comunità».