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CARMAGNOLA - Torna sotto i riflettori della cronaca la partita Carmagnola-Volpiano Under 14 del torneo giovanile Superoscar, disputata a settembre a Collegno. Il match era stato caratterizzato da una rissa, con l’ingresso in campo di un genitore, scoppiata dopo il triplice fischio dell’arbitro. Un episodio che aveva portato alla squalifica per un anno (fino al 4 settembre 2026) di due giovani calciatori. La Corte Sportiva d’Appello territoriale, invece, ha rivisto in parte le decisioni prese dal Giudice Sportivo in merito ai fatti avvenuti al termine dell’incontro.

Con la nuova sentenza, lo stop del giocatore del Carmagnola è stata ridotta al 31 dicembre 2025. Rimane invece invariata la sanzione a carico dell’altro protagonista, il portiere del Volpiano, per il quale non è stato presentato alcun ricorso. La Corte, che ha esaminato anche le immagini video della gazzarra finale, ha accolto il reclamo del Carmagnola sottolineando che: «Nella decisione di primo grado si legge: “pur consapevole delle disposizioni normative vigenti … ritiene di dover comminare una sanzione di considerevole ed esemplare entità”. Innanzitutto, il nostro ordinamento sportivo (e più in generale l’intero ordinamento giuridico) non ammette alcuna sanzione esemplare, poiché contraria ai principi di proporzionalità e adeguatezza della sanzione, oltre che ai principi del giusto processo sportivo».

Secondo il giudice di secondo grado, poi, il clamore mediatico destato dalla vicenda non giustifica «la mano pesante» del primo pronunciamento. La Corte d’appello ha anche tenuto conto di un altro fattore, l’età del ragazzo: «Infine, un ultimo ma importante elemento preso in considerazione da Codesta Corte per la propria decisione e per graduare la sanzione è legato all’età del giocatore. Come molti dei soggetti coinvolti nell’episodio, è un ragazzo di soli 13 anni, il che rende sicuramente ancora più preoccupante quanto complessivamente accaduto, ma allo stesso modo impone delle riflessioni. Il ragazzo deve sicuramente essere sanzionato, anche severamente, per il suo comportamento, ma l’entità della squalifica non deve essere tale da comportare un eccessivo allontanamento dai campi, con conseguente rischio che abbandoni il calcio e lo sport».