Tensione nella maggioranza di centro sinistra in Città Metropolitana nell'ultimo consiglio di luglio, durante la delibera in merito al regolamento sull'addestramento dei cani finalizzato alla caccia e agli abbattimenti selettivi di specie come i cinghiali. Si trattava di una sorta di recepimento del regolamento predisposto dalla Regione, che punta a dare una risposta stringente all'aumento degli ungulati che negli ultimi anni ha causato gravi danni all'agricoltura e rischi elevati su diverse strade metropolitane. La consigliera delegata Valentina Cera, nonché esponente nichelinese della lista Nichelino in Comune, ha votato contro la delibera, preannunciando già la sua scelta ai colleghi di maggioranza prima della discussione, a microfoni spenti. Il problema è che il centrosinistra, sulla carta, non aveva il numero legale visto che erano assenti il sindaco Stefano Lorusso e le consigliere Nadia Conticelli e Rosanna Schillaci. La delibera è comunque passata perché l'opposizione ha deciso di rimanere in aula, mantenendo la regolarità della seduta e votando a favore. Oltre a Cera ha votato contro anche Luca Salvai, sindaco di Pinerolo e all'opposizione con i Cinque Stelle.

Ma da cosa nasce la decisione? Spiega Cera: «La delibera metropolitana in questione recepisce un regolamento regionale sulle zone di addestramento dei cani da caccia e la Regione lo pone come necessario per gli abbattimenti selettivi di specie come i cinghiali. Peccato che però si rivela essere un regolamento pro caccia in generale, con pratiche di addestramento addirittura crudeli ed irrispettose degli animali e dell’ambiente». Ad esempio? «Sono previsti cinque livelli di zone di addestramento. Quelle che per me inconcepibili sono le ultime due, dove sono permessi l'addestramento, l'allenamento e le prove dei cani, con divieto di sparo, sulle lepri e cinghiali provenienti da allevamento. Oppure sul coniglio selvatico e volpe, anche se attraverso l'utilizzo di feticci o parti di animali. Il succo è che si usano gli animali come cavie e io non ci sto». Cera però sottolinea il significato politico del suo voto: «Non è contro la mia maggioranza, ma avverso alla Regione che ha stilato il regolamento da acquisire, cosa che hanno già fatto tutte le province piemontesi».