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NICHELINO - Si è concluso con due condanne e un’assoluzione il processo per corruzione e turbativa d’asta legato all’appalto per la sanificazione degli edifici comunali di Nichelino durante la prima fase dell’emergenza Covid. La sentenza è stata pronunciata dal collegio presieduto dal giudice Paolo Gallo.

La pena più severa, quattro anni e quattro mesi di reclusione, è stata inflitta al funzionario che all'epoca lavorava per il Comune di Nichelino, presidente della commissione esaminatrice della gara indetta da Scr, la società che gestisce gli appalti pubblici. Il reato di corruzione contestato è stato riqualificato in corruzione nell’esercizio della funzione. Condannata a due anni, per lo stesso reato, anche la dipendente torinese della società pugliese che, tramite una terza persona, avrebbe dovuto recapitare una mazzetta da otto mila euro per il funzionario del Comune.

È stato invece assolto perché il fatto non costituisce reato un terzo imputato, dipendente di un'altra società. In una delle scorse udienze sono state ricostruite le indagini dei militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. Un maresciallo ha raccontato di aver trovato, nel marzo 2020, in piena pandemia, la “tangente” sul sedile passeggero dell’auto della dipendente torinese poi condannata.