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MIRAFIORI - La notizia dell’inizio fra un mese nello stabilimento di Mirafiori della produzione della Fiat 500 ibrida con un obiettivo di 5000 unità prodotte entro l’anno è stata accolta positivamente dai sindacati.

«In occasione del 68esimo “compleanno” della 500, con soddisfazione vediamo realizzare un progetto (500 Ibrida) fortemente e unitariamente richiesto dalle organizzazioni sindacali per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori – spiegano in un comunicato unitario le segreterie provinciali Ooss area torinese di Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcfr - Siamo partiti da una difficile situazione nell’ormai lontano 12 aprile 2024 con le manifestazioni, coinvolgendo tutte le realtà del territorio: istituzioni, cittadini, parti sociali e lavoratori diretti e indiretti di Torino, e con svariati incontri con l'azienda e i vari accordi, siamo riusciti in un obbiettivo comune. Noi però sappiamo che il percorso è ancora lungo. La 500 ibrida, da sola, rappresenta un segnale di progettualità e produzione a Torino che ci consente di soddisfare il presente, ma non sarà sufficiente per garantire il futuro definitivo di Mirafiori che noi riteniamo indispensabile».

«Adesso abbiamo altre 2 sfide da portare avanti insieme all’azienda e alle istituzioni locali e nazionali – aggiungono i sindacati - La prima è quella di avere un nuovo modello "mass market" a Mirafiori. La seconda, non meno importante, relativa alla riduzione del costo dell’energia che in Italia si sta rivelando una drammatica zavorra per lo sviluppo industriale con importanti, conseguenti ripercussioni sul mondo del lavoro. Ci aspettiamo che anche l'Europa faccia la sua parte, prestando con politiche mirate le giuste attenzioni al comparto dell'automotive che per troppi anni è stato dimenticato. Inoltre, ribadiamo con convinzione che le attività di ricerca, progettazione e sviluppo prodotto sono state e devono continuare ad essere un punto cardine delle strutture centrali in Italia e, in particolare, nell’area di Torino».

«Alla luce delle parole di Jean-Philippe Imparato, chiediamo all’azienda garanzie sull’occupazione delle nostre professionalità – concludono le maestranze sindacali torinesi di Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcfr - Ci auguriamo che questa nuova produzione possa essere il primo tassello per riportare le produzioni a Torino per il rilancio di tutto l'indotto del nostro territorio».