NICHELINO - Da Nichelino a Genova per incontrare Mona Abuamara, ambasciatrice della Palestina, in occasione dell'evento «Parliamo di Palestina», che si è tenuto al Che Stella 2025 ed è stato organizzato da Music for Peace - Creativi della notte con la partecipazione dell'assessore di Nichelino, Fiordor Verzola, e di Arturo Scotto, deputato PD.
«Ci sono emozioni così intense da non riuscire a descriverle, anche ricercando le parole. Sono stato invitato a un incontro pubblico presso la sede dei fratelli e delle sorelle di Music for Peace Creativi della Notte a Genova. Un invito che nasce da un rapporto di forte amicizia e da un percorso condiviso da dieci anni di lotte per il riconoscimento dei diritti dei palestinesi. In questa occasione ho avuto l’onore di conoscere la nuova ambasciatrice palestinese in Italia, Mona Abuamara, una giovane donna, forte e determinata. Con lei non soltanto ho partecipato al dibattito pubblico, ma ho parlato a lungo, raccontando quello che è il mio impegno fin da quando sono bambino per la lotta di liberazione del popolo palestinese. Un confronto vero, intenso, che ha aggiunto senso e responsabilità a ogni parola pronunciata» ha commentato sui social l'assessore nichelinese.
«In quell’intervento ho attraversato la mia esperienza di impegno e di passione, portando anche l’esperienza dei Viaggi della Memoria, a cui tante e tanti giovani partecipano ogni anno affinché la memoria non diventi un atto sterile. A ottant’anni dalla Liberazione, da quel “mai più” pronunciato davanti all’orrore rivelato al mondo, ricordare non può diventare un esercizio sterile. Ricordare significa prendere posizione, perché come scriveva Primo Levi la peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia. E oggi quell’infezione serpeggia nei linguaggi dell’odio, nell’indifferenza, nei muri che vengono innalzati, nei porti che vengono chiusi, nelle guerre che si moltiplicano con il vergognoso silenzio dell’Occidente. Da qui nasce un sentimento di vergogna profonda. Vergogna come cittadino, ma soprattutto come essere umano. Vergogna per l’atteggiamento dell’Occidente nei confronti del genocidio del popolo palestinese. Vergogna per chi finge di non vedere, per chi si trincera dietro l’ambiguità per giustificare l’ingiustificabile, perché la storia ci insegna che il silenzio non è mai neutrale, ma è sempre una scelta di campo» ha aggiunto Fiodor Verzola.
«I Viaggi della Memoria, nel tempo, hanno costruito sogni, hanno generato consapevolezze, hanno lasciato dentro le ragazze e i ragazzi qualcosa che non si può ignorare. Da qui nasce una domanda che non lascia scampo. Tra ottant’anni qualcuno tornerà a guardare ciò che sta accadendo in questi giorni? Tra ottant’anni alcuni giovani saliranno su un treno per andare a vedere i luoghi in cui oggi, nel nostro tempo, si sta consumando l’annientamento di un popolo? Tra ottant’anni che cosa sarà della memoria dei palestinesi? Che parole useremo per raccontare i bambini sepolti sotto le macerie, i corpi carbonizzati dal fuoco delle bombe, le vite spente dalla fame e dalla sete. Che parole useremo per dire che sapevamo, che vedevamo, che contavamo i morti giorno dopo giorno - ha chiosato l'assessore di Nichelino - Che parole useremo per giustificare il nostro silenzio. La memoria non può trasformarsi in un esercizio ipocrita. La memoria vive solo se ci si interroga, solo se ci si scuote e solo se ci si obbliga ad agire. La memoria non è soltanto il passato, ma è un monito sul presente. Ci ricorda come la distruzione dell’individuo, la disumanizzazione dell’essere umano, la negazione dei diritti più basilari della vita umana, apartheid e pulizia etnica, stiano accadendo di nuovo sotto i nostri occhi, con parole diverse, con tecnologie più avanzate, ma con la stessa logica spietata. Condannare non basta. Agire è un dovere. E soprattutto rimanere umani, in un momento storico in cui rimanere umani diventa l’atto più rivoluzionario che si possa compiere».

