Emerge un significativo aumento del disagio psicologico, attribuibile a lockdown e pandemia. Un fenomeno che interessa tutta la popolazione generale, compresi gli operatori sanitari. Ma a patire è stata soprattutto la popolazione dei giovani adulti, particolarmente nella fascia tra gli 11 e i 17 anni. Lo hanno spiegato oggi, in audizione presso la Commissione Sanità, il presidente e la vicepresidente dell’Ordine degli psicologi del Piemonte, Giancarlo Marenco e Georgia Zara; Lorys Castelli professore associato del Dipartimento di psicologia dell’Università di Torino; Alessandro Bonansea dirigente psicologo dell’Asl To3.

«Dati pesanti - commenta il medico e professore universitario Alessandro Stecco, presidente dalla commissione Sanità - che vedono le donne più a rischio nelle conseguenze long covid e un alto tasso di suicidio tra i giovani. Dettagli numerici, quelli esposti oggi, che parlano di una sintomatologia che vede un adolescente su quattro soffrire di depressione, il 16% degli adolescenti affetti da disturbi alimentari e una aumentata tendenza all’ideazione suicida, un incremento della casistica di tentato suicidio, di suicidio e degli episodi di autolesionismo. Crescono anche i numeri dei giovani che lamentano alterazioni del ritmo sonno-veglia, che si sono rassegnati a forme di ritiro sociale o che subiscono forme di violenza come cyberbullismo e sexting, con un trend drammatico rispetto al consumo di alcol e di droghe».

«Non lasciano dubbi sulla necessità di far luce sul disagio psicologico post covid - prosegue Stecco - le evidenze che fotografano 413 suicidi e 348 tentativi di togliersi la vita dal primo gennaio 2021 al 31 agosto 2022, di 30mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni che, nel 2021, si sono detti insoddisfatti della loro vita e di un tasso di mortalità in Piemonte per gesto anticonservativo tra i 15 e i 29 anni di 5 soggetti ogni 100mila».

«Importante il focus - aggiunge il vicepresidente della commissione sanità, Andrea Cane - che ci ha raccontato come i femminicidi diminuiscano, mentre si assiste a un aumento dei maltrattamenti, con un incremento notevole nel biennio 2020-21 di chiamate ai numeri antiviolenza. Alla luce di quanto emerso occorre affrontare la pandemia psichica e psicologica post covid promuovendo la ricerca scientifica, facendo rete tra i servizi, le istituzioni e le università, rendendo omogenee a livello organizzativo le risposte istituzionali, promuovendo le miglior prassi tendendo alla continua e sensibile azione sociale».