CARMAGNOLA - È stato presentato ieri sera, nel Salone Antichi Bastioni, il dossier con cui la Città di Carmagnola partecipa al bando per diventare Capitale Italiana del Libro 2026, promosso dal Ministero della Cultura. Una candidatura ambiziosa e profondamente radicata nel territorio, frutto di un percorso partecipato che mette al centro la lettura come strumento di coesione e crescita sociale, legandola alla storia, all’identità e al futuro della città.
Nel suo intervento, il sindaco ha sottolineato che la candidatura nasce come un sogno condiviso con la comunità, presentato per la prima volta l’anno scorso e costruito grazie all'entusiasmo dei cittadini, alla competenza di esperti e alla partecipazione delle associazioni del territorio. Ha evidenziato come Carmagnola sia una città con una solida vocazione culturale, che legge e racconta storie, che forma lettori, autori, editori e librai, e che promuove la lettura come strumento di coesione sociale, libertà e immaginazione.
«Essere Capitale del Libro – ha dichiarato – significa portare libri ovunque, perché dove arriva un libro, arriva rispetto, speranza e bellezza”. Il sindaco ha infine sottolineato che la candidatura non rappresenta un punto di arrivo, ma un punto di partenza, con l’orgoglio di sapere da dove si viene e il coraggio di continuare a sognare in grande. In collegamento video è intervenuta l’avvocato Costanza Casali, project manager, coordinatrice e curatrice del dossier, per raccontare i punti salienti della candidatura e illustrare alcune delle linee portanti del progetto, ricordando che nel progetto sono state coinvolte due importanti figure di riferimento nel panorama culturale italiano: Paolo Verri, quale advisor dei contenuti culturali, e Nicolas Ballario quale advisor per la comunicazione. Ha spiegato che il tema scelto per la candidatura è “Identità – Libri e territorio”, una riflessione profonda sul valore simbolico e culturale della lettura come elemento fondativo dell’identità personale e collettiva, che nasce dalla domanda “Siamo ciò che leggiamo o leggiamo ciò che siamo?”
Ha in seguito evidenziato come il progetto sia nato da un percorso partecipato, avviato con l’analisi di un ampio questionario compilato da quasi 1.000 cittadini di tutte le fasce d’età. I dati raccolti hanno offerto uno spaccato prezioso delle abitudini di lettura della comunità, rivelando un forte interesse intergenerazionale e una diffusa richiesta di nuovi spazi e occasioni legati al libro e alla cultura. Nel suo intervento, La Casali ha poi illustrato alcune delle iniziative previste dal dossier, pensate per coinvolgere l’intera comunità attraverso un programma culturale ampio e articolato. La lettura collettiva di quattro libri simbolici, ciascuno rappresentativo di un’identità e di un tempo: Il Conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni (il passato), Vino al vino di Mario Soldati (il presente), Elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini (il futuro) e Il Piacere di Gabriele D’Annunzio (la costruzione); Il progetto “Metti un libro nello stipendio”, che promuove la lettura come forma di welfare aziendale attraverso buoni libro destinati ai dipendenti delle imprese aderenti, ispirandosi a quanto proponeva già 75 anni fa Adriano Olivetti, che poneva la cultura al centro come possibilità di riscatto sociale. Ha inoltre ricordato che le idee e i progetti del grande imprenditore, filantropo e intellettuale piemontese sono state recentemente rilanciate dal Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha fatto redigere e promosso il “Piano Olivetti”, che attinge profondamente alla filosofia olivettiana.
L’idea delle Frazioteche, punti di bookcrossing nelle frazioni per avvicinare la lettura anche ai cittadini più lontani dal centro urbano. Il Premio “Libro d’Artista”, pensato per valorizzare l’oggetto-libro come opera d’arte. L’impegno a rendere la lettura accessibile a tutti, con strumenti inclusivi per le persone fragili e strategie pensate per coinvolgere i giovani anche attraverso smartphone e strumenti digitali. Ha inoltre sottolineato come un altro punto di forza sia rappresentato dalla valorizzazione di luoghi simbolici e spazi culturali cittadini, tra cui il Castello, l’antico Palazzo Municipale (futura sede della nuova Biblioteca), Palazzo Lomellini, il complesso di Sant’Agostino (destinato ad accogliere il nuovo Archivio Storico), l’Abbazia di Casanova, la Chiesa di San Filippo Neri (futuro teatro civico), e altri ancora, grazie a un grande lavoro dell’Amministrazione per poter usufruire dei finanziati del PNRR.
La Casali ha infine condiviso alcune anticipazioni su eventi e iniziative principali che verranno realizzati nel corso del 2026 nel caso in cui Carmagnola venga selezionata come Capitale Italiana del Libro. Durante la serata sono intervenuti anche rappresentanti di numerose associazioni cittadine, che hanno presentato le proprie proposte progettuali raccolte dal Comune nell’ambito del percorso partecipativo. Le idee emerse saranno parte integrante del calendario di iniziative, a conferma del forte coinvolgimento della rete culturale del territorio nella costruzione della candidatura. In chiusura, il sindaco Ivana Gaveglio ha ribadito l’orgoglio di presentare una candidatura che nasce dal basso, si fonda sull’identità del territorio e punta a lasciare una traccia duratura nel tessuto culturale della città. Ha sottolineato che, anche qualora Carmagnola non dovesse risultare vincitrice del bando, la città porterà comunque avanti, lungo tutto il 2026, un progetto diffuso dedicato ai libri e alla lettura, senza nascondere che il premio per la città vincitrice farebbe la differenza per una cittadina delle dimensioni di Carmagnola.