Torna l'allerta per la popolazione che abita tra Carmagnola e Poirino in merito al progetto della maxi porcilaia che è stato nuovamente presentato dall'azienda agricola cuneese, dopo un primo tentativo andato a vuoto all'inizio di quest'anno. Il comitato che si oppone all'opera ha nuovamente fatto sentire la sua voce. "La costruzione della porcilaia sarebbe una maledizione per l’ambiente, l’area monumentale circostante e le numerose attività agricole e turistiche presenti nella zona. Il comitato pro Ternavasso si è rimesso al lavoro per contrastare con ogni iniziativa utile l’autorizzazione al nuovo progetto e le associazioni ambientaliste firmatarie della presente, faranno la loro parte anche questa volta". Entro il 12 ottobre dovranno essere presentate alla Città Metropolitana le osservazioni al progetto: verranno messe in evidenza le criticità ed i punti dove si ritiene vengono infrante le norme.
"I principali vincoli comunali e regionali - continuano dal comitato -, che non risultano rispettati e che sarebbero sufficienti a fermare il progetto, sono i seguenti: 1. La Distanza dal rio: deve essere di almeno 150 m. Il proponente chiede la deroga a costruire a 100 m. 2. Non hanno dimostrato di essere il possesso dei terreni per allargare la strada di accesso con i camion; 3. Negli 800 m di raggio dell’insediamento non ci devono essere attività non agricole: in realtà c’è una cava a meno di 800 m che non è classificabile come agricola. 4. C’è una peschiera in Ceresole, registrata con un procedimento di massima tutela, che è a meno di 500 m, dall’impianto. 5. Hanno calcolato l’inquinamento prodotto riferendosi ai 8400 capi dichiarati, ma in realtà costruiscono stalle per oltre 9600 capi (+15%). Ci sono poi altri temi importanti da approfondire, il consumo idrico e il trattamento dei liquami. Il fabbisogno idrico è molto rilevante: è presumibile che dovranno richiedere l’autorizzazione per realizzare uno o più pozzi idrici a scopo agricolo con evidente impatto su falde superficiali già in crisi negli ultimi anni visti i volumi di precipitazione. Relativamente ai liquami, quelli prodotti da questi impianti di queste dimensioni, rappresentano una delle principali fonti di contaminazione di suolo, sottosuolo e falde. Per contenere tali rischi sono necessarie adeguate impermeabilizzazioni sia delle vasche dei liquami che in generale delle strutture coperte di allevamento". (Andrea Morelli)