MONCALIERI - «La strage quotidiana sul lavoro non concede tregua. Ed eccoci a esprimere vicinanza e solidarietà ai famigliari di un operaio di 69 anni, morto a Torino cadendo da una gru. La domanda immediata ce la siamo fatta tutti: a 69 anni che cosa ci fa un lavoratore su una gru? La magistratura farà i suoi accertamenti, ma un accertamento lo facciamo tutti usando il buon senso: è lecito a un’impresa di chiedere a un quasi settantenne di salire su una gru per rimuovere un cartellone pubblicitario?». Così l'onorevole Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione in Piemonte.
Che aggiunge: «Il lavoro che uccide è una piaga, lo riconosciamo tutti, ma chi ha il dovere di intervenire può ragguagliare gli italiani su che cosa si intende fare per arginare veri e propri omicidi sul lavoro? Il ministro Calderone non crede sia giunto il momento di pensare a misure drastiche e verificabili per combattere un fenomeno che dovrebbe ripugnare a ogni persona civile? Invece, ogni volta come se fosse la prima: si depreca la circostanza e si esprimono le condoglianze in attesa della prossima sciagura. Però una domanda dobbiamo farcela: si tratta di una sciagura o di un omicidio sul lavoro?».
«Siamo profondamente colpiti dalla notizia dell’ennesima vittima sul lavoro in via Genova, a Torino, in un’area già segnata da lutti recenti. La formazione continua rappresenta la principale leva per ridurre gli infortuni», dichiarano Giovanni Genovesio, Presidente di CNA Piemonte, e Delio Zanzottera, Segretario regionale.
«Siamo profondamente colpiti dalla notizia dell’ennesima vittima sul lavoro in via Genova, a Torino, in un’area già segnata da lutti recenti. Un grave fatto di cronaca che, nell’attesa dei chiarimenti sulla dinamica dell’incidente, ci deve spingere ad aumentare l’attenzione per il tema della prevenzione e della sicurezza sul lavoro. CNA Piemonte lo ripete da tempo: “la formazione continua rappresenta la principale leva per ridurre gli infortuni”, e non deve ridursi a un mero obbligo burocratico. È necessario un impegno corale, che coinvolga istituzioni, imprese, lavoratori e mondo della formazione».
«Bisogna tuttavia riconoscere il grande sforzo che le micro e piccole imprese hanno compiuto in questi anni per diffondere con serietà e responsabilità la cultura della sicurezza. Lo hanno fatto in sinergia con i sindacati dei lavoratori, attraverso l’attività dell’Organismo Paritetico Regionale (OPRA Piemonte che ha il compito di promuovere e supportare la cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), che rappresenta uno strumento unico e prezioso: luogo di confronto, di formazione e di prevenzione, dove imprese e lavoratori collaborano insieme con un obiettivo comune. Le imprese che investono nella sicurezza devono essere riconosciute e sostenute. È la prova che sicurezza e competitività non sono in contraddizione, ma possono e devono camminare insieme. La responsabilità sulla sicurezza è un patrimonio comune. Non si tratta di puntare il dito o criminalizzare qualcuno, ma di riconoscere che ogni morte sul lavoro rappresenta un fallimento».