MONCALIERI - Sta, inevitabilmente, facendo molto discutere l'arresto da parte dei carabinieri di Moncalieri dei due "bulli", rispettivamente di 14 e 15 anni, accusati di aver aggredito e seviziato un minorenne di Moncalieri nella notte di Halloween. Un terribile episodio avvenuto a Torino tra il 31 ottobre e il primo novembre scorso. Sulla delicata vicenda e sulla misura cautelare adottata nei confronti dei due minorenni è intervenuta, con una nota stampa, in queste ore la procuratrice per i minori, Emma Avezzù.
«Giovedì 27 novembre è stata eseguita una misura cautelare nei confronti di due ragazzi, italiani e regolarmente residenti, infrasedicenni, in ordine ai reati di concorso in sequestro di persona, e violenza sessuale di gruppo, ai danni di un minore, affetto da condizioni di particolare fragilità - spiega la procuratrice - Si tratta di una misura disposta dal Gip su richiesta di quest'ufficio. Non è un'anticipazione di pena, ma uno strumento utile, anche, a consentire ai due minori di seguire un progetto educativo, volto a far loro comprendere l'esigenza del rispetto dell'altrui persona, e dell'osservanza di regole minime nella relazione con gli altri, oltre che a sviluppare interessi maggiormente utili al loro futuro inserimento sociale».
«C'è poi l'esigenza che i due indagati siano preservati da possibili ritorsioni di terzi, sensibilizzati da messaggi distorti giunti dai “social" e, purtroppo, alimentati da chi - poco incline a riconoscere nell'Autorità Giudiziaria dello Stato la funzione che le è propria, e non delegabile - evoca punizioni "esemplari” contrastanti con le conquiste democratiche e i principi, che si credevano ormai consolidati da secoli - aggiunge Emma Avezzù - l'attenzione, quindi, va rivolta, non solo ai provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria ma, anche e soprattutto, alla fiducia che persone ed enti titolari di pubbliche responsabilità dovrebbero alimentare nei cittadini, per tale fondamentale funzione dello Stato. Ovviamente, pendendo indagini preliminari, vige la presunzione di non colpevolezza, e la misura non comporta un automatico riconoscimento di responsabilità. Questa sarà discussa nelle ulteriori fasi e nel pieno rispetto delle garanzie difensive, e di particolare tutela degli indagati minorenni».

