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ORBASSANO - Il Tribunale civile di Asti ha stabilito, con sentenza di primo grado, l’esistenza di un legame tra la vaccinazione anti-Covid e un grave danno neurologico subìto da una donna di 52 anni, titolare di una tabaccheria ad Alba (Cuneo). Dopo aver ricevuto due dosi del vaccino Pfizer-Biontech nell’aprile 2021, la donna ha iniziato a manifestare sintomi che hanno portato alla diagnosi di mielite trasversa, una patologia infiammatoria che oggi le impedisce di camminare.

Nonostante il ministero della Salute avesse inizialmente respinto la richiesta di indennizzo, la sentenza ha imposto il riconoscimento del nesso causale. L’indennizzo stabilito è di circa tremila euro al mese, erogato con cadenza bimestrale. La decisione si è basata sulle conclusioni di due consulenti tecnici nominati dal giudice, che hanno confermato una correlazione forte tra il vaccino e la malattia. Il caso è stato seguito dallo studio legale torinese Ambrosio & Commodo.

Il 10 febbraio 2022 era stata ricoverata all'ospedale di Orbassano per una «sospetta mielite di natura infiammatoria». Nella lettera di dimissioni, datata 17 febbraio, il medico aveva scritto: «Non è escludibile un ruolo scatenante vaccinico». Da lì era partita la richiesta di indennizzo.

Un elemento chiave per il Tribunale è stata la breve distanza temporale tra la vaccinazione e la comparsa dei sintomi. La sentenza fa anche riferimento al database Aifa, che riporta 593 casi di mielite trasversa post-vaccino fino al 2022, di cui 280 legati a vaccini a mRna. Secondo l’Agenzia europea per i medicinali, la relazione tra i vaccini e questa rara complicanza neurologica è considerata almeno ragionevolmente possibile.