A commentare l'uccisione della lupa nei pressi di Piossasco è il CABS l'associazione di volontari esperti in antibracconaggio che ricordano come, sostanzialmente inapplicato, giace il Piano nazionale contro il bracconaggio con il quale il Governo italiano avrebbe dovuto dare una risposta per evitare la procedura d'infrazione dell'Unione Europea.
«L'accusa, decisamente grave, aveva trovato il suo primo presupposto nella procedura Pilot formulata nel 2013 dagli uffici europei. Sebbene relativa all'uccisione dell'avifauna, inchiodava il Governo italiano a prendere provvedimenti decisi contro il bracconaggio. Tale procedura - ha commentato il CABS - è stata avviata nel 2013, ma l'Italia ha trovato tempo di stendere il Piano contro il bracconaggio solo nel 2017 prevedendo risposte urgenti, tra cui il potenziamento delle sanzioni e di personale specializzato, entro 12 mesi».
«Tempi - ha precisato il CABS - abbondantemente scaduti. Questa è la risposta che la dice lunga sulla volontà del nostro paese di difendere la fauna selvatica ivi compresa quella superprotetta come i lupi». Nel corpo della lupa di Piossasco, così come reso noto dalla Città Metropolitana di Torino, sono state trovate le tracce di tre pallettoni di fucile. «Una sequenza quotidiana - ha aggiunto il CABS - oggi una lupa, pochi giorni addietro migliaia di uccelli vittime di un traffico internazionale per i cosiddetti "richiami vivi" che ha coinvolto ben cinque regioni italiane. Quanto ancora dobbiamo aspettare per avere almeno applicato quanto previsto dallo stesso Governo nazionale?».