CARMAGNOLA - Presidio questa mattina davanti al Comune di Carmagnola, organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, insieme all’Utim, l’Unione per la tutela dei diritti delle persone con disabilità intellettiva, e ad altre associazioni territoriali, per le famiglie dei 180 cittadini ancora in attesa da agosto del sussidio dovuto per l’assistenza domiciliare per le non autosufficienze.
«La punta di un iceberg, dal momento che la Regione Piemonte ha assegnato a bilancio le cifre dovute ma non le ha liquidate - dice la consigliera regionale del Partito democratico, Nadia Conticelli - anzi l’assessore al welfare in aula ha “scaricato” sui Comuni l’onere di reperire maggiori risorse per affrontare l’aumento del costo della vita, e infatti la Regione Piemonte ha aumentato il fondo indistinto per i consorzi di soli 300.000 euro nel 2025. Quindi, il contesto in realtà è quello di una riduzione della spesa, che ha portato ad una contrazione dei servizi almeno del trenta per cento rispetto alle prestazioni erogate».
La vicenda era emersa già a settembre, quando il Consorzio socioassistenziale, che riunisce i comuni di Carignano, Carmagnola, Castagnole, Lombriasco, Osasio, Pancalieri, Piobesi e Villastellone, aveva inviato una lettera alle famiglie annunciando che da agosto non sarebbe più stato in grado di versare con cadenza mensile i contributi spettanti a causa dei ritardi nei trasferimenti regionali e ministeriali.
«Spiace constatare che l’amministrazione comunale di Carmagnola non si sia schierata da subito al fianco dei suoi cittadini più fragili e abbia abbandonato le famiglie in questa sorta di risiko dello “scaricabarile” - aggiunge la consigliera Dem - auspichiamo che in questa situazione anche il Comune, direttamente rappresentato nel Consorzio Cisa 31, che versa oltretutto in difficoltà economiche, sia al fianco di cittadini e organizzazioni sindacali per chiedere alla Regione di liquidare da subito le somme dovute. L’assessorato regionale alle Politiche sociali sceglie invece di finanziare iniziative e progetti politicamente identitari, dai sedicenti festival Samsara e Giovani adulti, ai fondi Vesta e Vita Nascente, con i fondi con cui dovrebbe sostenere le persone fragili, come previsto peraltro dalle norme nazionali e dalla stessa Costituzione».

