Il 15 settembre 2020, per la prima volta da anni, è stato un buon giorno per i lavoratori dell’ex Embraco di Riva di Chieri e per le loro famiglie: è la convinzione espressa dal presidente e dall’assessore al Lavoro della Regione Piemonte al termine del tavolo con il Ministero per lo Sviluppo economico convocato presso la Prefettura di Torino. Il piano messo a punto appare serio, fondato e ben strutturato, con il coinvolgimento di professionalità che hanno già preso parte con successo a salvataggi importanti nel nostro Paese, e tutela la specificità produttiva dello stabilimento, specializzato in compressori per frigoriferi, e di conseguenza le competenze dei suoi lavoratori.
 
Presidente e assessore rilevano che l’Embraco è stata per anni l’emblema di tutto ciò che non dovrebbe accadere in un Paese normale, primo fra tutto la mancanza di una solida politica industriale, fondamentale per il rilancio dell’economia e delle imprese, poiché si è permesso ad un’azienda straniera di prendere soldi pubblici per insediarsi in Italia e poi si è lasciato che si spostasse all’estero, dove la manodopera ha meno costi e meno tutele, dopo aver sottratto ai nostri lavoratori le proprie conoscenze e competenze. Oggi, invece, sono state poste le basi perché l’Embraco diventi un esempio di quello che deve accadere in un Paese normale. E cioè avere le istituzioni unite in sinergia con il mondo privato per raggiungere un obiettivo importante: tutelare il lavoro e il futuro di centinaia di persone. Prima dell’estate avevano chiesto al Governo di arrivare con un progetto chiaro e trasparente, il minimo dovuto a questi 400 lavoratori e alle loro famiglie dopo anni di prese in giro.
 
L’attenzione della Regione su questa vicenda, garantiscono presidente e assessore, rimane altissima: si vigilerà sull’attuazione di questo piano e si metteranno immediatamente a disposizione gli strumenti necessari per la formazione dei lavoratori.
 
Speranzoso anche l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia: «È un risultato importante per i lavoratori della ex Embraco. Il mio grazie, dunque, ai sindacati, al sottosegretario allo Sviluppo Economico, alla Sindaca di Torino, alla Regione e agli altri soggetti privati che si sono voluti coinvolgere. Un secondo motivo di apprezzamento consiste nel metodo seguito: finalmente, intorno a un problema che coinvolge l'intero territorio, si vedono riuniti insieme tutti i «protagonisti» della vita del territorio stesso. Mi auguro ora che il progetto presentato sia fattibile e possa dare risultati concreti sia per l'economia del territorio, sia per i lavoratori coinvolti. Credo sia importante che si trovino soluzioni occupazionali dignitose per tutti i dipendenti. In questa prospettiva è indispensabilel’attiva e responsabile presenza del Ministero, che dovrà accompagnare il processo di ripresa del lavoro e la stessa attiva partecipazione dei lavoratori.
 
L'attuale svolta nella vicenda dell'ex Embraco è arrivata dopo anni di lotte, sofferenze, preoccupazioni in cui si sono coinvolti lavoratori conle loro famiglie, enti locali, istituzioni; e dove anche la Chiesa ha fatto la sua parte. Avolte sembrava che tutto fosse risolto quando invece tutto restava in alto mare. Il mio augurio,che vuol essere anche una  precisa richiesta, è che questa volta non ci siano più ripensamenti, intoppi o allungamento dei tempi, ma la volontà da parte di tutti i soggetti coinvolti a fare quello che si è deciso. È importante che, da ora in poi, si attivi una funzione di monitoraggio e verifica in itinere del piano industriale, coinvolgendo le parti sociali per garantire trasparenza e partecipazione».