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MIRAFIORI - Il primo incontro ufficiale tra il nuovo amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, e i sindacati, svolto a Torino con l'annuncio di 400 assunzioni per lo stabilimento di Mirafiori per sostenere lo sviluppo produttivo della nuova Fiat 500 ibrida ha scatenato diverse reazioni anche da parte del mondo politico.

«La situazione di Stellantis in Italia è drammatica. Lo dicono i numeri, lo confermano i sindacati, lo vivono ogni giorno migliaia di lavoratori. Eppure il Governo continua a fare da spettatore, mentre si consuma lo svuotamento industriale del nostro Paese – dichiara Marco Grimaldi, Vicecapogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera - La produzione cala, l’occupazione si riduce, gli ammortizzatori sociali diventano la regola. A Mirafiori arrivano 400 assunzioni, ma negli altri stabilimenti regna il silenzio. Nessun piano, nessuna prospettiva, nessuna garanzia. Stellantis deve invertire la rotta, ma il Governo deve smettere di coprirsi gli occhi». «Il piano di 400 assunzioni a Mirafiori è una notizia finalmente positiva, dopo vent'anni in cui di assunzioni stabili non ce ne sono state ma l'unico investimento è stato fatto sugli incentivi all'esodo. Continuiamo però a chiedere che in Italia e a Torino si portino modelli mass market, quelli che Stellantis ha deciso di produrre in Marocco e in Serbia» aggiunge Alice Ravinale, capogruppo di AVS in Consiglio Regionale del Piemonte.

«Ora le Istituzioni, a partire dalla Regione, si impegnino a non lasciare nuovamente inascoltati gli appelli ribaditi oggi dai sindacati: servono subito investimenti in ricerca e sviluppo e un compiuto piano industriale per non lasciare morire l’indotto in Piemonte» spiega Valentina Cera consigliera regionale AVS, che aggiunge: «In Piemonte si stanno prendendo in giro lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione, promettendo loro sostegni al reddito e rifilandogli invece misure inaccessibili fatte di corsi di formazione su giardinaggio e sartoria a 3,5 euro l’ora. Un anno fa Cirio e Chiorino annunciavano in pompa magna un fondo da 20 milioni di euro, presentandolo come una misura straordinaria di sostegno al reddito per i lavoratori in cassa integrazione. Oggi scopriamo che solo 65.000 euro sono stati realmente erogati su 20 milioni».

«Cambiare le regole del green deal europeo? Piuttosto bisogna pretendere che le istituzioni accompagnino la transizione e la rendano sostenibile ed equa per le persone, cosa che fino a qui non è avvenuta. Di sicuro, però, non c'è nessuna crisi aziendale dovuta al cambio di paradigma verso l'elettrico: ricordiamo Stellantis in quattro anni ha distribuito 23 miliardi di utili. Dazi e transizione ecologica non possono essere una scusa per far calare i posti di lavoro e delocalizzare. Serve un piano industriale serio, partecipato, che metta al centro la ricerca, lo sviluppo e la produzione in Italia. E serve un accordo politico che vincoli Stellantis a investire davvero nel nostro Paese, non a usarlo come piattaforma logistica. Chiediamo al Governo di convocare immediatamente Stellantis, le organizzazioni sindacali e le istituzioni europee. Basta con le promesse, servono impegni vincolanti. La transizione si fa con i lavoratori, non contro di loro» concludono gli esponenti di AVS.