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MIRAFIORI - Si è svolta oggi, venerdì 21 marzo, la manifestazione «Salviamo Mirafiori. Salviamo il lavoro», andata in scena a Torino davanti ai cancelli dello storico stabilimento produttivo Stellantis. E’ stata organizzata dal gruppo parlamentare europeo The Left e ha visto la presenza di tanti esponenti della politica nazionale del Movimento 5 Stelle e della sinistra, tra i quali l’ex premier Giuseppe Conte e i parlamentari Chiara Appendino e Nicola Fratoianni. «Oggi davanti ai cancelli Stellantis per sostenere lavoratrici e lavoratori di Mirafiori e chiedere lo stanziamento immediato dei 20 milioni di euro promessi dalla Giunta Cirio per il fondo di sostegno ai cassaintegrati, una misura che abbiamo proposto più di un anno fa. Ma il problema non è solo il presente: serve un vero piano di rilancio. Stellantis continua a delocalizzare e rinviare investimenti, mentre operai e operaie restano intrappolati tra cassa integrazione e contratti di solidarietà. Le promesse di Elkann non bastano, vogliamo nuove produzioni e assunzioni. L’obiettivo delle 200.000 auto a Torino non è negoziabile, ne va del futuro dell’intero Piemonte!» commentano dal M5S Piemonte.

«Oggi siamo stati davanti alla storica porta 2 di Stellantis perché il futuro di Mirafiori di chi ci lavora non può più essere lasciato nell’incertezza. Un anno fa il Movimento 5 Stelle Piemonte ha proposto un fondo di 20 milioni per i cassintegrati, una misura approvata dalla Giunta Cirio che, però, non ha ancora visto la luce. Quante famiglie devono ancora aspettare? Specifica Sarah Disabato, consigliera regionale - Non basta un aiuto temporaneo: serve una strategia chiara per il rilancio, Stellantis deve mantenere gli impegni con nuove produzioni e assunzioni. Le 200.000 auto a Torino non sono un traguardo da discutere, ma un’esigenza imprescindibile per il futuro dell’industria piemontese!».

Sull’iniziativa è subito scoppiata la polemica politica. «Davanti a Mirafiori, oggi, ha sfilato il Movimento Facce di Bronzo. Sì, perché chi ora si riscopre pro-automotive, negli anni ha affermato orgogliosamente un dna politico contrario ad auto ed automobilisti. Una vera e propria crociata contro la mobilità privata - afferma Roberto Ravello, vice capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte - Ci ricordiamo tutti – continua Ravello - il vice Sindaco di Chiara Appendino scagliarsi contro il Salone dell’Auto, implorando alla grandine di portarselo via e inviando i vigili a multare gli organizzatori. Ci ricordiamo tutti l’ipotesi di Ztl allargata proposta dalla stessa Appendino quando amministrava Torino: perimetro esteso a intere zone della città, orario continuato dalla 7:30 alle 19:30 e accesso rigorosamente a pagamento. Con buona pace delle fasce deboli e del commercio di vicinato. Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti deleteri al traffico legati al proliferare di una mobilità ‘dolce’ ideologica e non funzionale. Con buona pace dell’ambiente». «I crociati dell’ambientalismo, lupi oggi travestiti da agnelli – chiude Ravello – li conosciamo bene. E, per fortuna, li riconoscono anche gli elettori, che mai si faranno abbacinare da certe manfrine di chiaro stampo elettorale».

«Per restare in tema, un’inversione a U per pescare a strascico consenso - attacca Paola Ambrogio, senatore di Fratelli d’Italia, commentando la manifestazione del Movimento Cinquestelle ai cancelli di Mirafiori - I Cinquestelle – continua la Ambrogio – sono padri del Green Deal europeo, legionari indefessi di una conversione green spintanea ed ideologica del comparto che ha consegnato l’intera filiera automotive nelle mani della Cina. Con quale faccia possono ora spacciarsi quali difensori delle aziende e dei lavoratori ancora attivi nel settore?». «Dal governo Meloni e da ECR – continua la Ambrogio – le uniche azioni concrete che forniscono una base di ritrovata competitività per gli attori europei: da un lato la ritrovata centralità dell’Italia all’interno del piano industriale di Stellantis, frutto di un approccio pragmatico e non più servile, dall’altro l’introduzione del concetto di neutralità tecnologica, che permetterà un passaggio a produzioni green più scientifico e meno ideologico. Con questi presupposti, vogliamo permettere alle nostre aziende di competere ad armi pari con i competitors, unica strada per garantire rilancio e piena occupazione. Tutto il resto è aria fritta».