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MONCALIERI - Il primo cittadino di Moncalieri, Paolo Montagna, rompe gli indugi e annuncia ufficialmente, attraverso un lungo post sulla sua pagina social, l’intenzione di non ricandidarsi alle prossime elezioni amministrative in programma fra un anno.

Si tratta di una decisione ponderata, dopo 10 anni di governo della città: «Dieci anni da sindaco. Un tempo che è diventato vita – scrive Paolo Montagna - Il 31 maggio 2015, Moncalieri mi consegnava un onore e una responsabilità immensa: essere il suo sindaco. Oggi, dieci anni dopo, sento il bisogno di dire grazie. Grazie a chi ha creduto in me, a chi ha camminato insieme in questo lungo viaggio fatto di sfide, fatiche, ma anche di gioie profonde, conquiste, volti e storie. Essere sindaco non è solo un ruolo: è un modo di stare nel mondo, di mettere la propria energia, il proprio tempo, i propri sogni al servizio di una comunità. Essere il sindaco della mia Città è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Un sogno nato nella periferia, tra Santa Maria e Borgo San Pietro, dove spesso ti insegnano che non puoi neppure desiderare troppo, che basta sopravvivere. Invece, quel sogno l’ho inseguito, costruito, passo dopo passo, senza mai pensare che fosse impossibile. E mio padre ha resistito alla malattia, prima di andarsene, solo per la fierezza di vederlo realizzato».

E’ tempo di bilanci per Paolo Montagna: «In questi anni abbiamo trasformato Moncalieri, pezzo dopo pezzo. Abbiamo costruito, ricucito, ascoltato. Abbiamo cercato ogni giorno di restituire dignità, casa, lavoro, bellezza. In sintesi, abbiamo messo al centro le persone. C’è ancora tanta strada da fare, ma siamo sulla strada giusta. Oggi festeggio dieci anni, e il prossimo anno, nel 2026, non mi ricandiderò. Non è solo una scelta, è la legge: per i Comuni sopra i 50.000 abitanti, il limite è di due mandati. Potrei però candidarmi per il Consiglio comunale, come spesso fanno tanti colleghi, magari già trattando una poltrona e uno stipendio per il “dopo”. E invece no. Non lo faccio perché credo davvero nella mia squadra, nei volti e nelle energie che abbiamo coltivato insieme. Perché credo che si possa sostenere un progetto anche senza starci dentro con un ruolo. Perché adesso tocca ai miei ragazzi, a chi è cresciuto con noi, immaginare il proprio sogno per la Moncalieri che verrà».

«Sento il bisogno – dopo tanto tempo – di tornare a pensare alla mia vita, di darle centralità. Perché l’ho messa da parte, spesso completamente, per occuparmi ogni giorno e ogni ora di quella della mia comunità. Sento il bisogno di regalarmi tempo. Tempo per stare accanto a mia madre, per affrontare insieme la prova più dura: quella della malattia. Tempo per ritrovare le mie relazioni personali, quelle che sono sopravvissute nonostante me e nonostante tutto. E, soprattutto, per chiedere scusa e per riannodare i fili di quelle storie importanti che si sono smarrite lungo il cammino. Non smetterò, comunque, di impegnarmi – spiega il primo cittadino - Continuerò il mio impegno civico e politico, perché l’amore per Moncalieri e per la mia gente non ha una data di scadenza. Un’altra domanda che in questi giorni mi viene rivolta con insistenza è: “Chi verrà dopo di te?” Rispondo con convinzione che siamo in buone mani. Perché in questi anni è cresciuta una classe dirigente all’altezza di Moncalieri e delle sfide che ci attendono. C’è già una coalizione di CentroSinistra unita: nei presupposti e nella destinazione. Una coalizione che ha già scritto e sta raccontando il programma del futuro. Dunque c’è una squadra. E sarà questa squadra, con me, a scegliere a chi affidare il compito della guida».

«A chi verrà dopo di me, auguro 3 cose: presenza, per esserci davvero, ogni giorno, nei luoghi e nei cuori; passione, per credere che la politica possa essere ancora il motore del cambiamento; visione, per saper guardare lontano, dove oggi altri non vedono ancora nulla. Ma anche e soprattutto verità. Quella che ti tiene integro, anche nei giorni difficili. Quella che ti impedisce di dire una cosa e di farne un’altra. La verità che costa, ma che rende liberi. Perché chi guida una città non deve essere perfetto. Deve essere vero. E infine auguro amore. Un amore senza se e senza ma, per Moncalieri e per i Moncalieresi - conclude Montagna - Mancano ancora 12 mesi al traguardo. E fino all’ultimo giorno sarò sindaco con tutto me stesso. Perché il lavoro non manca, perché voglio tagliare il nastro delle “mie” ultime opere in corso e perché voglio lasciare, chissà, Moncalieri che diventa capitale italiana della cultura 2028».