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TROFARELLO - Il progetto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico nella zona sud di Trofarello arriva in Parlamento con un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, presentata dai deputati torinesi della Lega, Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto. Sulla vicenda legata all’opera di Rfi interviene il Carroccio con alcune doverose precisazioni anche di carattere istituzionale.

«La posizione della Lega su questo tema - spiegano Maccanti e Benvenuto - è sempre stata chiara: siamo assolutamente contrari all’invasione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli di pregio. In questa direzione andavano le delibere della Regione Piemonte approvate su iniziativa degli assessori della Lega Marco Protopapa prima e, oggi, Matteo Marnati. Purtroppo una sentenza del Consiglio di Stato del 14 luglio scorso ha di fatto sottratto alle Regioni e agli enti locali la possibilità di legiferare in materia e di negare le relative autorizzazioni. Per questo motivo oggi la Regione ha le mani legate e la questione può essere affrontata solo a livello nazionale, con regole chiare che tengano insieme la necessità di sviluppare le energie rinnovabili e la salvaguardia dell’agricoltura piemontese».

L’interrogazione parlamentare chiede al Ministro competente che il progetto di Trofarello venga ridimensionato rispetto agli ottanta ettari annunciati dagli organi di informazione, che siano escluse le aree agricole di pregio e che venga realizzato solo a seguito di un confronto pieno con le amministrazioni comunali e con i territori interessati. Ma allarga anche il campo, chiedendo al Ministro di assumere iniziative normative, anche di concerto con altri Dicasteri competenti, per definire criteri nazionali chiari che, fermo restando il raggiungimento della quota FER assegnata a ciascuna regione, escludano esplicitamente la possibilità di installare nuovi impianti fotovoltaici nelle aree agricole più fertili e produttive.

La Lega dice un «no» chiaro alle strumentalizzazioni che non fanno altro, sottolineano, che aumentare la preoccupazione tra gli agricoltori e i residenti: «Il 14 luglio 2025 il Consiglio di Stato ha pubblicato la sentenza 6160/2025, che ha di fatto annullato la delibera della Regione Piemonte, adottata su iniziativa dell’assessore Matteo Marnati, che attribuiva agli enti locali la facoltà di negare l’installazione di impianti fotovoltaici a terra nelle aree agricole di maggior pregio – si legge chiaramente nell’interrogazione a firma Maccanti-Benvenuto - Tale decisione, unitamente ad analoghe pronunce del TAR del Lazio, ha di fatto svuotato la possibilità per le Regioni e per gli enti locali di poter attualmente disciplinare, in modo efficace, l’installazione di impianti fotovoltaici in zone agricole, riducendo così l’autonomia dei territori». Per questo la Lega si è rivolta al Governo, chiedendo: «alla luce del quadro normativo delineato dalla recente giurisprudenza, indirizzi chiari da parte del Governo, inquadrati nella transizione energetica ma sostenibili per la collettività, per garantire certezza e tutela dei territori».

«Appena appresa la notizia della realizzazione di questo impianto – sottolinea Carmelo Fabrizio Bruno, segretario della Lega di Trofarello - ci siamo immediatamente attivati con i nostri parlamentari, dando tutta la nostra disponibilità al Comune di Trofarello ad affrontare insieme questa battaglia. Sino ad oggi il Comune ha invece preferito gestire la vicenda autonomamente con iniziative più mediatiche che realmente costruttive, chiamando in causa la Regione Piemonte che ad oggi non ha alcuna possibilità di intervenire. Un atteggiamento che non aiuta i cittadini e non rafforza la posizione della comunità trofarellese. Ora occorre, piuttosto, impegnarsi tutti insieme concretamente perché questo progetto venga gestito con equilibrio, nel rispetto del territorio e dei suoi agricoltori, lontano dal clamore mediatico. E che sia anche l’occasione perché i ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura intervengano a fronte delle sentenze che hanno sottratto agli Enti Locali la possibilità di decidere per i propri territori».