Le esportazioni di vino della Borgogna sono riuscite a limitare l'impatto del Covid-19 durante il 2020 grazie in particolare al sorprendente boom del mercato britannico, ed anche in Italia questi pregiati vini stanno trovando nuovi estimatori grazie all’importante piattaforma di diffusione offerta dalle enoteche online.  

Nel 2020, tutti i piani e le prospettive dei mercati del vino a livello mondiale sono state soggette alle molteplici misure adottate per prevenire la diffusione del Covid-19. La Borgogna, le cui esportazioni rappresentano quasi il 50% delle vendite, ha così registrato una forte oscillazione dei volumi di vendita, con un calo considerevole in certi mercati ed un forte boom in altri. In ogni caso, anche in un’annata così particolare la regione ed i suoi viticoltori hanno saputo mantenere elevato il livello d’interesse costruito negli ultimi 10 anni attorno a questo pregiato terroir. 

La vendemmia 2020 è stata precoce ed il suo volume viene stimato in 1,55 milioni di ettolitri. Si tratta di una vendemmia superiore alla media per quanto riguarda la quantità, segnata però da un calo della quota dei vini rossi.

I dati del Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne mostrano che nel complesso nei primi nove mesi 2020 le esportazioni di vino sono diminuite del 3,9% in quanto a volume e del 9,3% in quanto a fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019. Il calo è in gran parte dovuto al crollo delle vendite negli Stati Uniti (-21%), primo mercato per i vini della Borgogna a cui è stato posto un freno anche dall’applicazione di una nuova tassa doganale del 25% sui vini fermi sotto i 14 gradi. Sono calate anche le vendite in Cina ed Hong Kong, la cui quota era passata dal 2% delle esportazioni nel 2009 al 9% nel 2019. Un po' meglio il Giappone con un calo contenuto al 4,5%.

Ma il calo sarebbe stato molto più grave senza il sorprendente rimbalzo verso l’alto del mercato britannico che è cresciuto dell'11,6% in quanto a volumi riprendendosi temporaneamente la posizione di primo mercato estero per i vini di Borgogna. Bella sorpresa anche il Canada, terzo mercato di esportazione, con un aumento dell'8% in volume (+ 7,7% in valore). Il Belgio ha limitato il calo (-1,8%) mentre Svezia e Svizzera hanno continuato la loro crescita a un buon ritmo, rispettivamente con +17,1% e + 2,5%.

Nel mercato interno francese i vini della Borgogna hanno rafforzato la loro posizione (+4,8%) insediandosi in certi canali di vendita come i minimarket, mentre in Italia possono essere acquistati anche online, presso negozi specializzati come ad esempio l’enoteca Svino.it che dedica una particolare attenzione nei confronti delle cantine meno conosciute ma capaci di regalare veri e propri gioielli enologici.

Ciò che si osserva infatti è che l’interesse degli esperti del settore a livello mondiale si sta orientando sempre di più verso denominazioni e domaines meno note, ma capaci di produrre vini di maggior valore, oltre che verso bottiglie che hanno un rapporto qualità/prezzo più equo rispetto ai prezzi esorbitanti che i vini di alcuni domaines particolarmente famosi come Romanée-Conti hanno raggiunto negli ultimi anni. 

Oltre a questo contesto economico incerto, nel 2020 si è amplificato il mutamento degli equilibri per quanto riguarda i canali di distribuzione francesi ed esteri: l’e-commerce, che fino ad ora rappresentava una quota relativamente piccola delle vendite di vino, ha battuto tutti i record di crescita nel mondo (+22% in Francia, +102% in Italia), mentre la ristorazione si trova a doversi reinventare per poter sopravvivere. I commercianti di vino e le cantine cercano di trovare un nuovo equilibrio tra le vendite nei negozi e le vendite online consapevoli del fatto che nel 2021 queste tendenze non faranno altro che rafforzarsi.

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