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MONCALIERI - L’incendio divampato tra il 27 e il 28 luglio a Punta Molentis, a Villasimius (Sud Sardegna), ha sfiorato una vera tragedia ambientale e umana. Circa 100 ettari di macchia mediterranea sono stati devastati dalle fiamme, che spinte da raffiche di Maestrale fino a 35‑40 chilometri orari hanno raggiunto la spiaggia, bloccando le vie di fuga via terra.

Tra le decine di persone costrette a fuggire via mare – oltre 200 bagnanti evacuati dalla Guardia Costiera e dalla Protezione Civile – ci sono anche i quattro giovani torinesi scampati al disastro: Giorgia, Samuele, Melissa e Luca di Moncalieri, La Loggia e Vinovo, che dalla spiaggia di Punta Molentis hanno visto prima il fumo e poi le fiamme. Hanno tentato la fuga in auto, ma la strada era impraticabile. Così hanno nuotato per circa 500 metri fino a un gruppo di scogli, dove sono stati raggiunti da una barca di soccorso e portati al sicuro.

Le autorità hanno confermato che l’incendio ha origine dolosa: sono stati rinvenuti inneschi e si indaga su un’auto sospetta vista allontanarsi dalla zona del rogo. Durante una seduta straordinaria del consiglio comunale, la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, insieme ad assessori e consiglieri regionali, ha dichiarato lo stato di calamità naturale e ribadito che la prevenzione resta la principale arma di difesa del territorio, sottolineando l’impegno per il rilancio dell’area colpita e il sostegno agli operatori turistici

Il bilancio dell’evento evidenzia danni ambientali ed economici ingenti: la distruzione di decine di auto, la perdita di parte della vegetazione e l’intervento di diverse forze di soccorso (Vigili del Fuoco, Guardia Costiera, Canadair da Olbia) sono serviti a evitare vittime.