Sponde e brecce riparate, altre in via di rimessa in sicurezza, ma alcuni lavori si dovranno fare parzialmente, perchè non ci sono fondi a sufficienza. E', in sintesi, il riassunto della commissione congiunta che questa sera, 30 ottobre, è andata in scena in Comune con la presenza di Aipo, l'agenzia interregionale per il fiume Po, che attraverso i suoi tecnici ha spiegato cosa è stato fatto e cosa si potrà fare in futuro per rendere più sicura Moncalieri da eventuali future piene dei corsi d'acqua.

Le brecce sulle sponde del Chisola sono state quasi tutte riparate, salvo quella vicino a cascina Rattalino dove ad intervenire dovrà essere Smat, vista la presenza di una conduttura fognaria. Il progetto è in studio, ma non si conoscono ancora i tempi di attuazione. A novembre, invece, partiranno i lavori di riqualificazione delle sponde del Po all'altezza delle Vallere, opere attese dal 2000. Sì perchè i tecnici di Aipo hanno spiegato che: «Erano stati già preventivati dopo l'alluvione di quell'anno, ma poi per le procedure di esproprio, la valutazione di impatto ambientale e senza dimenticare la presenza dell'Ente Parco che ha posto diversi paletti, hanno fatto si che arrivassimo ai giorni nostri». L'assegnazione della gara era stata fatta a gennaio, ma solo a settembre i lavori sono stati affidati. 

Altra data importante sarà gennaio, quando è prevista la pulizia dell'alveo del Chisola dai tronchi d'albero presenti, da Volvera fino a Moncalieri. Solo nel letto del fiume però, non lungo gli argini e il perchè è molto semplice, una questione di soldi: «Abbiamo ricevuto un milione e 200mila euro di fondi per il torinese e l'alessandrino dopo l'alluvione dell'anno scorso - hanno spiegato i tecnici Aipo -, non ci sono i soldi per fare tutto. Dobbiamo accontentare un po' tutti». Per quanto riguarda sempre il Chisola è stata eseguita la cosiddetta "mantellatura" lungo le sponde a monte, ossia un rinforzo con pietre. Niente rinforzo con il cemento però.

Tempi lunghi, invece, per il rinforzo della sponda del Sangone nel tratto verso la confluenza del Po. Il terreno su dove si deve lavorare è infatti fortemente inquinato e Aipo ha iniziato a studiare la situazione, mettendo in conto una prossima analisi dello stato della zona con Arpa. Ma è impossibile oggi capire quando poter intervenire.

Si è parlato anche del Mongina, su cui però Aipo è stata chiara: «C'è un consorzio che lo gestisce e se ci sono criticità è quell'ente che deve farsene carico».