La campagna elettorale non deve fare prigionieri, si sa. Ma spesso per avere ben chiara una situazione bisognerebbe conoscere a 360 gradi le cose. E le persone. Giovedì sera, alla trasmissione Piazza Pulita de La 7, è andata in onda un'intervista all'ex consigliere di Forza Italia Carmelo Mendolia. Ormai fuori dal giro della politica rappresentativa da cinque anni. Il tema della trasmissione erano gli "haters", quelli che usano Facebook per sputare odio gratis e offendere anche pesantemente con ogni parola che gli passa per la testa. Mendolia aveva scritto un orribile post (ben) due anni fa, contro la consigliera regionale Nadia Conticelli. In pratica augurandole di venire stuprata. Le telecamere della trasmissione hanno chiesto conto a Mendolia che, in evidente imbarazzo, ha chiesto sostanzialmente scusa. A distanza di diverso tempo.
In quel momento passava Filippo D'Aveni, il vice sindaco. Andava in Comune. Mendolia stesso lo ha chiamato, salutandolo "ciao vicesindaco". A quel punto, comprensibilmente, il giornalista ha fatto il suo lavoro, chiedendo a D'Aveni un commento sul post di Mendolia. D'Aveni, una vita spesa tra la politica cittadina e il lavoro, non ama i riflettori. Da sempre. Colto visibilmente di sorpresa ha liquidato l'intervistatore con un rapido "Ognuno la vede come ritiene opportuno". Il giornalista, che non conosce il vicesindaco e la sua allergia alle interviste pubbliche, l'ha incalzato chiedendo come mai non condannasse fermamente il post di Mendolia.
Da lì è nata una polemica in città, per certi versi stucchevole. Intanto perchè alcuni esponenti del Pd locale (all'opposizione in consiglio comunale e che in questi giorni professano unità con la maggioranza in nome delle elezioni regionali) hanno attaccato D'Aveni chiedendo le sue scuse. Una velata richiesta di dimissioni? Chissà. "Ai maligni" è venuto da pensare che chiedere compattezza riguardi solo alcuni temi, magari legati a rimpasti di giunta a favore di questa o quella persona. Seconda questione: D'Aveni, che dona il suo stipendio da assessore tutti i mesi alle scuole e al volontariato senza sbandierarlo ai quattro venti, ha chiesto scusa attraverso un comunicato stampa, per le parole pronunciate troppo in fretta, ma dettate dall'allergia a comparire in prima pagina. Il suo ruolo pubblico in effetti avrebbe consigliato un briciolo di attenzione in più, per il ruolo che ricopre e per il fatto di trovarsi davanti una trasmissione a livello nazionale. Ma l'occasione fa l'uomo ladro e i leoni da tastiera (ancora una volta, visto il tema della trasmissione) non hanno perso tempo a bollare D'Aveni come una vergogna. Per i rimpasti di giunta c'è ancora tempo.