di Erika Nicchiosini
Momenti di tensione per i lavoratori della Embraco di Riva presso Chieri, che ieri mattina hanno sfilato in corteo a Torino da Porta Susa sino al palazzo della Regione, in piazza Castello, per chiedere alle istituzioni un impegno reale nella risoluzione della crisi. Con i lavoratori a rischio, hanno marciato anche il sindaco di Nichelino, Giampiero Tolardo e l’assessore al lavoro Fiodor Verzola stretti ad una rappresentanza dei 25 dipendenti nichelinesi che rischiano di perdere il posto. Durante la manifestazione sono volati insulti, urla, proteste e sono stati accesi dei fumogeni. I sindacati Fiom e Uilm, insieme ad alcuni amministratori locali oltre ai nichelinesi, sono stati poi ricevuti dal presidente della Regione Sergio Chiamparino e dall’assessore al Lavoro Gianna Pentenero.
«Difendiamo i dipendenti Embraco e il diritto al lavoro, messo in discussione dalle scelte dello stato italiano, che ha ceduto a logiche neoliberiste e di svendita totale dei lavoratori – spiega Fiodor Verzola - Non è pensabile che le soluzioni dei problemi dei lavoratori siano abdicate ai Comuni che in questo caso non hanno competenze. Bisogna ragionare in termini più ampi e porsi degli obiettivi che sono quelli di fare in modo che lo Stato metta un veto totale nei confronti delle aziende che vengono in Italia, investono facendo le loro speculazioni e poi de localizzano».
Sostanzialmente, secondo quanto emerso in Regione, la crisi dell’Embraco (Gruppo Whirpool)– che produce compressori per frigoriferi –è dovuta all’immissione sul mercato del Ves, un prodotto all’avanguardia per il settore ma difficilmente vendibile. La concorrenza a basso costo da parte della Slovacchia, avrebbe quindi indotto l’azienda a delocalizzare la produzione. Al tavolo del prossimo 20 novembre, quando Regione, sindacati e istituzioni incontreranno i vertici aziendali, verrà chiesta la produzione di un prodotto intermedio, che possa essere realizzato all’interno dello stabilimento di Riva Presso Chieri.
«Non so cosa succederà in trattativa – continua Verzola – L’azienda ha lanciato un ultimatum perché ha delle commesse da rispettare e ha chiesto l’ingresso e l’uscita dei camion dall’azienda che è presidiata 24 ore su 24 minacciando il licenziamento qualora i lavoratori non facessero passare i mezzi. Ci troviamo di fronte a un muro contro muro e bisognerà trovare una mediazione in tal senso».
«Oggi abbiamo partecipato al corteo per dare manforte a chi sta lottando per la difesa del posto di lavoro – afferma Tolardo - Oggi è Embraco, in passato è stato Viberti, Liri, Sila Telecomandi e tante altre aziende più piccole che hanno chiuso sul nostro territorio. Ho intenzione di lanciare una proposta ai sindaci del territorio per fare una sorta di convention insieme ai parlamentari per discutere del tema che secondo me va portato a livello nazionale se non europeo, perché chiaramente questo non è un tema legato soltanto alle dinamiche della recente crisi economica. La stessa Embraco lo dimostra: è dall’’84 che periodicamente vede uno stillicidio di posti di lavoro. Ce la metteremo tutta per cercare di cambiare le condizioni dell’economia a livello nazionale».