L’Associazione nazionale partigiani d’Italia invia una lettera a sindaco, giunta e presidente del Consiglio per chiedere formalmente di non considerare la richiesta di intitolare uno spazio pubblico ai Martiri delle Foibe. Accade a Rivalta, dove la Lega Salvini Piemonte, con i suoi consiglieri Federico Bo e Mauro Bange, ha presentato una mozione per impegnare l’amministrazione comunale a dedicare una strada, una piazza o un parco alle vittime della ferocia titina e in memoria delle decine di migliaia di esuli italiani che hanno dovuto abbandonare le loro case in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia.
“Una missiva, quella firmata dalla presidenza della sezione Anpi di Rivalta intitolata a Ezio Marchetti - sottolinea Andrea Cerutti, vicepresidente del gruppo Lega Salvini Piemonte in Consiglio regionale -, che propugna le peggiori tesi revisioniste, se non apertamente negazioniste, su una tragedia collettiva come fu quella delle Foibe. A quasi ottant’anni da quell’orrore, per l’Associazione nazionale partigiani intitolare un luogo ai martiri della ferocia comunista e titina rappresenterebbe una strumentalizzazione ‘al fine di una propaganda politica di destra che si mostra troppo accondiscendente, per raccogliere consensi, verso i movimenti neo-fascisti’, oltre a essere ‘revisionista e nazionalista’ e ‘offendere i valori della democrazia e dell’antifascismo’. Da qui la richiesta rivolta ‘con piena convinzione e fermezza a tutti i consiglieri e le consigliere dei partiti democratici’ di rinviare la decisione sulla richiesta avanzata dai nostri due consiglieri”.
Nella lettera, Anpi scrive: "Riteniamo che la proposta sia da rifiutare con convinzione per il contesto culturale nazionale in cui si inserisce rivelandosi inadeguata e stumentale. Parte di una campagna revisionista e nazionalista in atto da diversi anni che vuole equiparare ie vittime partigjane e i milioni di morti della Shoah steminati per mano dei nazifascisti alle vittime delle Foibe. Vittime, queste ultime, che meritano anch’esse il massimo rispetto. Sono frutto di tragedie e di orrori della guerra da condamare femamente e da contestualizzare correttamente sulla base delle ricerche storiche. Vittime che non devono essere usate strumentalmente al fine di una propaganda politica di una destra che si mostra troppo accondiscendente, per raccogliere consensi politici, verso i movimenti neo-fascisti".