TROFARELLO - L'altra mattina, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia nei confronti di due italiani (classe 1985 e 1988), già titolari e gestori di una sala scommesse di Trofarello, indagati a vario titolo, con altre 13 persone, per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, e frode in competizioni sportive, autoriciclaggio.
Le indagini sono state avviate nel settembre del 2022 sulla base di elementi che lasciavano ipotizzare l’esistenza, nella provincia di Torino, di un gruppo organizzato dedito ad attività di raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi tramite la predisposizione di piattaforme di gioco raggiungibili tramite link dedicati. Lo scenario trovava conferma nel dicembre dello stesso anno, a seguito di un mirato controllo amministrativo effettuato in un centro scommesse di Trofarello. Era emerso, infatti, che nell’attività commerciale – formalmente intestata ad uno dei due destinatari indagati – era operativo un sistema parallelo di raccolta e gestione di scommesse non autorizzate (rispetto alle piattaforme legali), basato sull’utilizzo di sofisticati software e spazi virtuali.
Le indagini, supportate da intercettazioni, servizi di appostamento e pedinamento, nonché dall’analisi di decine di copie forensi di smartphone e computer (sequestrati agli indagati e presso agenzie di scommesse) e dall’esame della copiosa documentazione amministrativa acquisita, hanno svelato l’esistenza di un’associazione dedita alla raccolta non autorizzata di scommesse sportive anche a distanza. In particolare, le indagini hanno permesso di ricostruire l’intera architettura dell’organizzazione a struttura piramidale impegnata nel business illegale del gioco d’azzardo e dell’esercizio abusivo della raccolta di scommesse su eventi sportivi. Il gruppo si avvaleva della creazione e gestione di piattaforme di gioco online messe a disposizione degli scommettitori mediante l’apertura di linee di credito e la concessione di fidi. In tal modo, la compagine riusciva a gestire un ingente flusso di puntate per importi e profitti di centinaia di migliaia di euro.
È emerso, inoltre, che i correi comunicavano tra loro tramite chat criptate, utilizzando nickname e sistemi di cifratura avanzati, volti a garantire la segretezza delle conversazioni e a eludere le attività investigative. Accanto ai membri inseriti in maniera stabile nell’organigramma dell’associazione, su un piano distinto ma comunque rilevante, si sono evidenziati numerosi intermediari che fungevano da collegamento tra i vertici del gruppo e gli scommettitori. Si tratta della stessa inchiesta in cui era rimasto coinvolto il calciatore Nicolò Fagioli, ex Juve ora alla Fiorentina. Dalle sue dichiarazioni rese all’Autorità Giudiziaria, sono emersi riscontri oggettivi circa l’operatività dell’organizzazione criminale.