MONCALIERI - Il Moncalieri Jazz Festival 2025 si avvia alla conclusione con una serata che unisce la scoperta di nuove voci al ritorno di giganti del jazz mondiale. Domenica 9 novembre alle ore 17.30, le Fonderie Teatrali Limone ospiteranno l’ultimo appuntamento della ventottesima edizione, confermando la vocazione del Festival a intrecciare tradizione e innovazione, radici e futuro.
L’apertura sarà affidata al Premio Buscaglione – Targa Jazz 2025, riconoscimento dedicato ai giovani musicisti emergenti. Vincitore di quest’anno è il contrabbassista Viden Spassov, talento della nuova generazione che sul palco sarà affiancato da Fabio Giachino al pianoforte e Mattia Barbieri alla batteria. Un trio che porta freschezza e creatività, dimostrando come il jazz continui a rigenerarsi attraverso le idee e l’energia dei più giovani.
La seconda parte della serata vedrà salire sul palco un trio che da solo è già un manifesto del jazz contemporaneo: Danilo Pérez, John Patitucci e Adam Cruz. Pianista e compositore panamense, vincitore di un Grammy e collaboratore di leggende come Dizzy Gillespie e Wayne Shorter, Pérez porta con sé la visione del “Global Jazz”, una musica senza confini che intreccia radici latinoamericane, ritmi africani e impressionismo europeo. Al suo fianco, John Patitucci, uno dei contrabbassisti più influenti degli ultimi decenni, e Adam Cruz, batterista newyorkese tra i più richiesti della scena internazionale. Insieme, daranno vita a una performance che si preannuncia intensa e coinvolgente, tra interplay telepatico e libertà creativa.
A condurre la serata sarà il giornalista Gino Li Veli, mentre le atmosfere musicali dialogheranno con l’arte del maestro Silvio Vigliaturo, le cui opere in vetro saranno esposte alle Fonderie Limone come parte integrante del Festival.
Con questo ultimo appuntamento, il Moncalieri Jazz Festival ribadisce la forza di un percorso che, anno dopo anno, ha trasformato un’idea nata a fine anni Novanta in una realtà riconosciuta a livello internazionale. Il pubblico, sempre numerosissimo e partecipe, ha dimostrato come il jazz non sia affatto un genere di nicchia, ma un linguaggio capace di unire generazioni, culture e sensibilità diverse.
«Il nostro obiettivo – sottolinea il direttore artistico Ugo Viola – è sempre stato quello di offrire musica di altissima qualità, senza dimenticare l’equilibrio con i valori che da anni guidano il Festival: inclusione, sostenibilità, attenzione ai giovani e alle fragilità. Ogni edizione è una sfida, ma anche una grande gioia, perché significa creare ponti, dare spazio a voci nuove e al tempo stesso accogliere i maestri che hanno fatto la storia. Ed è proprio questo incontro tra passato e futuro, tra ricerca e tradizione, che rende il jazz un patrimonio di tutti».


