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ORBASSANO - Il tema del salario minino negli appalti comunali infiamma il consiglio comunale di Orbassano. La maggioranza, guidata dalla sindaca Cinzia Bosso, boccia la mozione presentata dagli esponenti del Pd e sostenuta dal consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Suriani.

«Per il Movimento 5 Stelle, non è un tema qualunque: è una battaglia identitaria, che portiamo avanti da anni. Parliamo di salario minimo, di dignità del lavoro, di una retribuzione sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa. La mozione – presentata dal PD e che come M5S ho sostenuto – chiedeva una cosa semplice e giusta: inserire nei bandi comunali clausole che favoriscano retribuzioni non inferiori ai 9 euro lordi e che impediscano l’uso di contratti pirata tutelando in particolare i lavoratori degli appalti e subappalti - spiega Andrea Suriani - Cioè quelli più fragili – addetti alle pulizie, ristorazione scolastica, assistenza, servizi educativi – che spesso lavorano per 6 o 7 euro l’ora, e in alcuni casi anche meno. Una misura pienamente compatibile con il Codice degli Appalti, perché la mozione lo diceva chiaramente: ogni clausola deve essere introdotta solo previa verifica della conformità normativa e della sostenibilità economica».

«Città come Genova, Napoli, Firenze, hanno già adottato queste misure senza che nessuno abbia sollevato contenziosi. Eppure, nonostante tutto questo, la maggioranza ha votato contro. Come argomentazione principale si è difesa una recente legge che delega il governo a stabilire criteri per una giusta retribuzione ma non un salario minimo legale - attacca Suriani - Una fuffa per far saltare il disegno di legge a prima firma M5S e sostenuto dalle principali forze di opposizione che è stato svuotato e trasformato in una delega che non porterà mai a nulla. La verità è che la politica deve decidere da che parte stare: dalla parte del lavoro povero o dalla parte del lavoro dignitoso. Il Movimento 5 Stelle ha scelto da tempo e continuerà a scegliere. Votare a favore di questa mozione era politicamente giusto, tecnicamente possibile e moralmente doveroso. La maggioranza ha perso un’occasione per dare un segnale concreto a chi manda avanti i nostri servizi pubblici con stipendi che non permettono di arrivare a fine mese».