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«Dalle verifiche effettuate relativamente all’utenza in questione, Eni, dopo aver effettuato le dovute verifiche, ha confermato anche al cliente la correttezza dell’importo addebitato. La chiusura del contatore, risalente allo scorso 9 marzo, è avvenuta quindi a causa del mancato pagamento, più volte sollecitato al cliente dalla società. Eni, resta comunque disponibile a valutare un eventuale piano di rientro». E' la risposta di Eni al vespaio di polemiche che si sono create dopo la chiusura dei contatori del gas alla parrocchia del Beato Bernardo in via Don Minconi 20. La società conferma che la bolletta di 55mila euro datata 2015 deve essere pagata, nonostante la parrocchia e il legale di fiducia incaricato di difendere i suoi interessi, continuino a sostenere il contrario.

La vicenda è nota: alla parrocchia è stato sigillato il servizio di fornitura gas il 9 di marzo a seguito di una morosità pendente da mesi. Chiesa, campi da calcio, oratorio e anche la casa parrocchiale dove vivono tre suore dell'ordine di Sant'Anna sono al freddo e senza acqua calda. Il parroco, don Roberto Zoccalli lancia l'allarme: «Senza questi servizi è a rischio l'attività di estate ragazzi, dove accogliamo circa 250 giovani della borgata»