Alle 9.15 del mattino del 27 luglio 1944 Renzo Cattaneo, Dario Musso e Carlo Brero venneto fucilati di fronte al muro in viale Porta Piacentina. Avevano rispettivamente 16, 23 e 28 anni. Fu una rappresaglia: il plotone di squadristi fucilò i tre partigiani per vendicare il Commissario del Fascio, colpito e ucciso da una raffica di mitra il giorno prima in via Tenivelli. I tre ragazzi erano del tutto estranei alla vicenda, ma non bastò ad evitare il tragico epilogo: i loro cadaveri vennero lasciati a terra, lungo la strada, per l’intera giornata.
L'altra mattina, come ogni anno, il Comune ha ricordato il loro sacrificio. «Sono loro, i ragazzi che hanno liberato l’Italia e che hanno consentito alle generazioni successive e anche noi, di poter vivere ed essere liberi - scrive il sindaco Paolo Montagna - non dobbiamo dimenticarlo mai e dobbiamo passare il testimone ai giovani perché nessuno dimentichi mai».
«Il sangue e la violenza continuarono a dominare quel 27 luglio. Una bomba colpì la sede del Fascio di via Matteotti, dove era in corso la veglia funebre del Commissario De Filippi, ucciso due giorni prima. Saranno 67 le vittime civili del pesante bombardamento. Il bilancio della giornata fu pesantissimo. Ci ricorda che la guerra, oggi come allora, provoca morte e distruzione e non risparmia i civili. Creare gli anticorpi per un futuro di pace è una nostra responsabilità». Foto tratte dal profilo social di Paolo Montagna.