Circa 30 mila euro e solo per il 2022, per il futuro si vedrà. Beinasco deve restityuire i soldi incassati dagli aumenti delle tariffe pubblicitarie applicate tra il 2013 e il 2018. Palazzo Civico ha messo a bilancio la somma come prima tranche di rimborsi a clienti come Lidl, Banca Sella e Eni. Tutto nasce da una sentenza della Corte Costituzionale che ha dato ragione ad un'azienda in un contenzioso capitato in Abruzzo. Gli aumenti dal 2013 in poi sono stati dichiarati illegittimi. E così anche a Beinasco sono arrivate le richieste di rifondere gli importi eccedenti rispetto ai costi del 2012. La questione promette comunque di non risolversi in maniera semplice, visto che il regolamento comunale prevede alcune voci che potrebbero ulteriormente mettere in difficoltà il Comune. Ad esempio il fatto di poter inserire dei cartelli vicino a quelli della concessionaria che ha vinto l'appalto. Togliendo uno o l'altro, si rischia la richiesta danni.
BEINASCO - Grana per il Comune: deve restituire 30 mila euro di soldi per la pubblicità
Beinasco LA Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi gli aumenti tra il 2013 e il 2018 e a palazzo civico sono piovute richieste di rimborso
