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PIOBESI - Sono ore di lutto a Piobesi per la morte di Aldo Piola, agricoltore di Carignano schiacciato giovedì 9 ottobre dal trattore che stava guidando lungo via del Mare, in seguito a uno scontro con un camion. Federacma, la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio, esprime cordoglio alla famiglia della vittima e rilancia l’allarme sulla sicurezza dei trattori agricoli, ribadendo l’urgenza di rendere operativa la revisione obbligatoria dei mezzi, ferma da anni.

«Siamo a cinque decessi solo negli ultimi quattro mesi in Piemonte – dichiara il presidente Andrea Borio – Il 29 settembre a Nole, il 19 settembre a Cantalupo Ligure, il 25 giugno ad Arola, il 4 giugno a Montechiaro d’Acqui e ora a Piobesi Torinese. È evidente che siamo di fronte a un’emergenza che non può più essere ignorata». Secondo i dati Inail, il ribaltamento dei trattori è la prima causa di morte sul lavoro in agricoltura, con circa 100 decessi ogni anno. In molti casi il problema è legato all’assenza di dispositivi di sicurezza (rollbar, cinture, cabine), alla scarsa manutenzione dei mezzi o, come in questo caso, alla mancanza di protezioni che possano evitare che un impatto si trasformi in tragedia. «Non basta essere esperti o prudenti – continua Borio –. Se il trattore non è sicuro e non è stato sottoposto a controlli tecnici, anche un incidente su strada può trasformarsi in una condanna a morte. La revisione obbligatoria è prevista dal 2015, ma manca ancora il decreto attuativo: uno stallo che sta costando vite umane».

Federacma rinnova la propria disponibilità a collaborare con le Istituzioni per attivare una rete capillare di officine e tecnici abilitati, in grado di effettuare controlli efficaci su tutto il territorio nazionale. «Ogni incidente evitabile è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi – conclude Borio –. Chiediamo al Governo di intervenire subito. La sicurezza nei campi e su strada deve essere garantita per ogni agricoltore, a qualunque età e in qualsiasi contesto. Non possiamo permettere che questi numeri diventino routine».