Manifestazione questa mattina degli agricoltori della Coldiretti che si sono ritrovati davanti alla Regione, in piazza Castello, per denunciare ancora una volta i danni causati dall’incontrollato proliferare dei cinghiali.
«Una situazione che ha ormai oltrepassato il limite di guardia - spiegano dalla Coldiretti - non è mai stato così alto l’allarme: gli animali selvatici distruggono produzioni alimentari, sterminano raccolti, assediano campi, causano incidenti stradali con morti e feriti e si spingono fino all’interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone #bastacinghiali».
L’obiettivo è denunciare, anche con eclatanti azioni dimostrative, una emergenza nazionale che sta provocando l’abbandono delle aree interne, problemi sociali, economici e ambientali. Per l’occasione è stato diffuso l’esclusivo Dossier Coldiretti su «Covid e l’assedio dei cinghiali in Italia», sui rischi per la sicurezza, l’ambiente e la salute e le proposte concrete per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole e la tranquillità dei cittadini.
Alla protesta hanno partecipato anche il vicepresidente della Regione Fabio Carosso, l’assessore leghista all’Agricoltura Marco Protopapa e i consiglieri del gruppo Lega Salvini Piemonte Paolo Demarchi, Mauro Fava, Claudio Leone e Federico Perugini.
«Come Lega siamo da sempre dalla parte degli agricoltori – ricorda il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – e ancora una volta condividiamo la loro battaglia per fermare l’invasione dei cinghiali e degli altri ungulati, che stanno causando milioni di euro di danni all’intero comparto. Un’emergenza per la quale dobbiamo mettere in campo misure straordinarie, dimenticando per sempre i piagnistei di un animalismo talebano che sembra non accorgersi di quanto stia accadendo sui nostri territori. Piuttosto noi sosteniamo la necessità di istituire un anno interamente dedicato al contenimento dei cinghiali coinvolgendo i cacciatori, la polizia provinciale e le guardie venatorie. E faremo pressione perché la burocrazia romana riveda finalmente una normativa, quella sulla caccia, che non è più adeguata ai tempi. Come a non essere adeguato è il regime del de minimis adottato dall’Europa, che spesso riconosce ai nostri agricoltori solo una parte dei risarcimenti per i danni subiti».
Oggi in piazza con Coldiretti Piemonte, scrive Alberto Cirio: «Non è solo un problema agricolo, ma anche di sicurezza pubblica. Stiamo piangendo conseguenze gravi sui nostri raccolti e vite umane sulle strade. Un problema che abbiamo in tutte le Regioni d’Italia. Roma ci dia il potere di tutelare la vita delle persone e il futuro delle nostre aziende agricole».