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MONCALIERI - Volkswagen ha rinviato la decisione sulla possibile vendita di Italdesign, storica azienda di design e ingegneria con sede a Moncalieri. La notizia è arrivata durante il presidio organizzato dai lavoratori davanti alla sede, in concomitanza con il consiglio di sorveglianza del gruppo tedesco. Alla manifestazione hanno partecipato circa 300 persone solo dalla sede di Moncalieri.

Hanno preso parte al presidio anche delegazioni di Lamborghini e Ducati, segno che la preoccupazione si estende oltre Italdesign. Il timore diffuso è che questa situazione possa diventare un precedente per altre realtà italiane del gruppo Volkswagen. Secondo i rappresentanti sindacali, il rinvio della decisione è legato anche all'effetto della manifestazione, che avrebbe infastidito i vertici del gruppo. Un nuovo incontro dovrebbe tenersi a Wolfsburg, sede centrale di Volkswagen, ma non è ancora stato fissato ufficialmente.

I lavoratori hanno espresso forte preoccupazione per il futuro e la mancanza di attenzione da parte della casa madre verso un’azienda che, pur generando utili, rischia di essere messa da parte. Al presidio erano presenti anche diverse figure politiche locali. Grandi assenti, secondo i sindacati, i rappresentanti del governo regionale e nazionale, che finora non hanno preso posizione su una vicenda che riguarda centinaia di lavoratori e un nodo strategico dell’industria italiana legata all’automotive.

«Italdesign di Moncalieri ha 1.300 dipendenti, 3.000 con l’indotto. Da mesi si rincorrono voci di una volontà di vendita, da Audi-Volkswagen a UST global, azienda americana, con cuore indiano. Oggi ho partecipato al presidio organizzato da Fiom Cgil e Fim Cisl e in seguito ho fatto formale richiesta per audire urgentemente nella Commissione lavoro e attività produttive del Consiglio regionale, di cui sono vice presidente, l’amministratore delegato di Italdesign, Antonio Casu. Il futuro del design automobilistico italiano e del lavoro di migliaia di persone non può essere deciso in Germania, senza alcun confronto con le istituzioni piemontesi. Occorre far presto: il consiglio e la giunta regionale intervengano per ottenere garanzie», così Monica Canalis, vice presidente commissione lavoro ed attività produttive del Consiglio regionale e consigliere regionale del Pd.