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MONCALIERI - Sta facendo molto discutere il caso della frase sessista indirizzata da un tifoso ospite all’arbitra, durante la sfida di Coppa Italia di Serie C femminile tra Moncalieri e Pro Palazzolo. La partita è andata in scena a Orbassano ed è finita 4 a 3 per le moncalieresi. Un supporter del Palazzolo ha urlato alla direttrice di gara di «andare a lavare i piatti». Il pubblico ha reagito con un brusio immediato di sdegno. L’uomo, però, invece di correggersi, ha ripetuto la frase una seconda volta.

Con un comunicato ufficiale la società Moncalieri Women esprime solidarietà nei confronti dell’arbitra Arianna Quadro e condanna fermamente quanto accaduto sugli spalti nel corso del match di domenica 7 dicembre: «Episodi come questo sono spiacevoli e vergognosi, poiché minano l’impegno delle società sportive nel processo di valorizzazione dello sport al femminile. Il linguaggio sessista non può trovare spazio su un campo da calcio, né in qualsiasi altro sport. A seguito dell’accaduto, entrambe le tifoserie hanno preso le distanze e hanno redarguito l’interessato; un passo necessario per costruire un ambiente rispettoso, che ogni sport deve garantire».

Sulla vicenda si è espresso anche il sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna: «La Città di Moncalieri ha nella società Moncalieri Women una eccellenza sportiva, ma soprattutto uno strumento per fare cultura e testimonianza tramite lo sport della Moncalieri città per le donne, un piano di genere che abbiamo fortemente voluto. L’episodio avvenuto nel corso dell’ultimo incontro rappresenta quanta strada ci sia ancora da compiere sulla via del contrasto al sessismo e alla violenza psicologica sulle donne, oltre che fisica. Poco anzi nulla conta che la persona protagonista degli insulti all’arbitra sia stata identificata come appartenente ai nostri avversari. Conta, piuttosto, che sia i nostri tifosi che quelli avversari si siano ribellati a un singolo individuo che è evidentemente rimasto all’età della pietra. All’arbitra Quadro il mio abbraccio e quello della nostra comunità. E anche un invito: la aspetto a Moncalieri per raccontare la sua storia personale e sportiva ai ragazzi delle nostre scuole. Per crescere insieme adulti migliori di qualcuno che oggi assiste alle partite di calcio sugli spalti. E per inaugurare un nuovo premio sportivo moncalierese dedicato alle Donne e che vorrei portasse il suo nome».